Cultura e Spettacoli

1 minuto e 18 secondi di lettura
Dopo settimane di silenzio, le organizzazioni sindacali del Carlo Felice intervengono compattamente a giudicare la situazione del teatro con un comunicato durissimo "prendendo atto - dicono - di come si siano nuovamente levate le voci di chi sembra avere come obiettivo dichiarato la totale destrutturazione della Fondazione stessa attraverso procedure incompatibili con la sua funzione, i suoi scopi statutari, la sua legislazione".


"Diventa quindi necessario - continuano - richiamare alla memoria di tutti come le vicissitudini degli ultimi anni hanno visto i lavoratori del teatro pagare il prezzo delle manchevolezze delle dirigenze succedutesi e delle inadempienze degli organismi che avrebbero dovuto controllarne l’operato, a partire dai Consigli d’Amministrazione".


Un riferimento particolare viene fatto al consigliere Sergio Maifredi, "generoso inventore di ‘soluzioni’ tanto drastiche quanto fantasiose", al quale chiedono "dove si trovasse al momento dell’approvazione dei bilanci e dell’ultimo piano industriale" e "come ha cercato, in qualità di membro del CDA, di scongiurare la crisi, e perché – vista l’inutilità dei suoi interventi - non si è semplicemente dimesso, chiamandosi fuori da responsabilità che, ormai, deve invece assumersi al pari dei colleghi".


Le organizzazioni sindacali restano adesso in attesa dell’apertura del tavolo di concertazione che coinvolgendo Regione, Comune e parti sociali dovrebbe porsi alla ricerca di un percorso realistico ed applicabile verso una soluzione condivisa alla grave crisi che minaccia la sopravvivenza della nostra massima istituzione culturale.