
Gli uomini della polizia stradale di Genova Sampierdarena erano da tempo sulle loro tracce e hanno controllato quelle zone in tutte le ore del giorno e della notte.
Una pattuglia di agenti in borghese ha notato l'auto a cui ormai davano la caccia dopo numerose segnalazioni.
Le vittime erano sempre certe di aver chiuso la propria macchina a chiave, o meglio con il telecomando, e malgrado il furto patito non si trovavano mai segni di scasso sulla loro auto. Si era pensato quindi ad una banda che utilizzasse un Jammer, un dispositivo capace di neutralizzare le onde radio delle chiavi delle vetture inibendone così la chiusura.
In realtà agivano in modo diverso. Mentre l'ignaro conducente scendeva dalla sua auto e la chiudeva con il telecomando, una mano spuntava dal finestrino sinistro per alzare la maniglia della porta del passeggero. In questo modo quella porta rimaneva aperta non rispondendo al comando di chiusura. Il complice nel frattempo scendeva dalla sua vettura e seguiva il derubato all'interno del bar avvisando con il telefonino il complice che la loro vittima era ormai lontana dalla sua macchina.
"Arresto in flagranza" si chiama in gergo tecnico quello che vede la Polizia cogliere il ladro con le mani nel sacco: gli uomini della Stradale arrestavano il primo topo d'auto mentre era intento a sottrarre un computer dall'interno della vettura derubata, poi il complice mentre usciva dal bar.
La coppia, una volta in manette, ha confessato altri furti compiuti in quella zona. All'interno della loro vettura, in uno scomparto nascosto sotto una botola ai piedi dei sedili posteriori, venivano rinvenuti vari oggetto da scasso
IL COMMENTO
Caro Franco pensiamo noi a Colombo e a Taviani
Genova, il bicchiere mezzo vuoto e una narrazione da modificare