Salute e Medicina

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Si è svolta la riunione dell'area ottimale metropolitana della sanità presieduta dall'assessore regionale alla salute Claudio Montaldo con i responsabili della ASL 3 Genovese, dell'ospedale San Martino - Ist, dell'Istituto Gaslini, dell'ospedale Evangelico e dell'ospedale Galliera per definire i nuovi indirizzi assistenziali.

Per odontoiatria si è stabilito di creare un gruppo di lavoro coordinato dal primario dell'ospedale San Martino di Genova, Mario Ziola, per definire, insieme all'agenzia regionale sanitaria, indirizzi assistenziali omogenei per tutta la regione, sia per le attività svolte negli ambulatori sul territorio, sia per quelle ospedaliere. Inoltre sarà coordinato l'impiego delle risorse umane e strumentali nell'area metropolitana genovese per ottimizzare un servizio oggi svolto da San Martino, Ist, ospedale Galliera e ASL 3 Genovese.

Per medicina nucleare e attività radiometabolica è stato deciso di non attivare all'ospedale San Martino la degenza per quanto riguarda l'attività radio-metabolica che proseguirà solo all'ospedale Galliera. "In questo modo - ha spiegato l'assessore alla salute Montaldo - si potranno dedicare sei infermieri ad altri servizi e la struttura recentemente rinnovata al S Martino sarà riutilizzata per la medicina nucleare".

La Regione ha inoltre proposto all'Università e al Galliera di attivare un rapporto di convenzione per garantire didattica e ricerca, oltre che al San Martino anche presso l'ospedale di Carignano.

Per la chirurgia vascolare verrà mantenuta la chirurgia vascolare all'ospedale S Martino e al Galliera e verrà chiusa al Villa Scassi. "Questo perché - ha spiegato Montaldo - abbiamo ritenuto di chiudere la struttura con minor carico, in quanto il numero dei ricoveri è rispettivamente di 1000 al San Martino, 800 al Galliera e 500 al Villa Scassi. Questo consentirà inoltre di liberare spazi strategici per l'attività di emergenza all'ospedale di Sampierdarena".

Sulla base di quanto deciso oggi S. Martino e Galliera dovranno garantire l'attuale risposta assistenziale ai pazienti genovesi, specializzando le funzioni delle due strutture e potenziando a S. Martino l'alta complessità per recuperare le fughe fuori regione.