Politica

1 minuto e 18 secondi di lettura
Non sono sicuro che la vittoria di Claudio Scajola sulla scelta del candidato sindaco di Genova del Pdl, significhi anche la riconquista del capoluogo da parte dell'ex ministro imperiese. Sicuramente è uno schiaffo alla nuova alleanza Grillo-Biasotti che non finirà a tarallucci e vino. Questa volta Scajola, pur avendo imposto il suo fedelissimo, Pierluigi Vinai, ha di fronte un partito che, almeno in alcune sue componenti,non accetta più la vecchia logica di potere scajoliana.
Penso che l'imposizione provocherà una forte reazione anche di una parte della base stufa di essere dominata dal leader imperiese che, francamente, non ha più l'immagine forte che aveva prima dell'inciampo nell'appartamento (con fantasma) sul Colosseo.

E non so se il buon Vinai, trarrà un grande giovamento (in termini di voti) dall'appoggio dell'ex ministro. Questo lo si vedrà il lunedì dopo il voto quando uno dei tre concorrenti del centro-centro destra dimostrerà se è in grado di andare al ballottaggio con Marco Doria o se resterà schiacciato dalla sconfitta senza avere più alcuna chance di risollevarsi, almeno politicamente.
Insomma, non credo che l'accoppiata Grillo-Biasotti se ne starà zitta, dopo il ceffone. Anzi, tutto fa pensare che al di là della facciata (tutti a lavorare per Vinai), ci sarà molto movimento all'interno del Pdl.

Infine, bisogna vedere come la prenderanno Alfano e Berlusconi.
Aspetteranno il risultato genovese, ma se sarà una disfatta, questa volta i responsabili non avranno grandi possibilità di rifarsi. Almeno nel Pdl o in quello che diventerà
.