Cronaca

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Il capo, chiamato 'l'ingegnere, lavorava al computer da una cittadina calabrese, Cirò Marina, dove clonava carte di credito e bancomat, una rete di complici lo riforniva di codici rubati agli ignari clienti di negozi che pagavano in modo elettronico attraverso i 'pos', in esercizi situati nel cuore commerciale di Genova, a Milano, Napoli, Torino e Lido di Ostia. L'aiuto cruciale era dato dai commessi, dai gestori di piccole catene, in alcune circostanze direttamente dai titolari di boutique, videoteche, gioiellerie. Il coinvolgimento negli illeciti dei commercianti, che a Genova hanno i negozi nel cuore commerciale, in alcune delle vie più note del centro, e che hanno già ricevuto l'ordine di chiudere oppure rischiano la revoca della licenza, è stato scoperto e fermato dal Comando della Guardia di Finanza di Genova, che ha arrestato otto persone, tra cui i capi dell' organizzazione, e ne ha denunciate 25, tra cui 12 gestori di negozi commerciali. Il meccanismo era semplice: gli apparecchi per i pagamenti pos, modificati dall' ingegnere venivano affidati a negozianti o loro dipendenti e consentivano di trattenere il codice delle carte ogni volta che avveniva un pagamento. Con quei codici, il presunto capo clonava le carte. Lo Monaco aveva anche creato un falso sito delle Poste Italiane, attraverso cui con una tecnica chiamata 'phishing' si impossessava di codici e pin di carte di credito emesse dalle Poste ai danni di numerosi ignari clienti, ai quali mandava e-mail con il logo delle Poste chiedendo specifiche informazioni. In tutto 8 gli arrestati e 25 i denunciati. 11 i negozi controllati.