Cronaca
OMICIDIO PORTAVALORI, NUOVE INDAGINI
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Forse Adolfo Ferrara, la guardia giurata di 36 anni uccisa ieri a Genova da un bandito durante un tentativo di rapina, ha riconosciuto il suo assassino prima di essere colpito dal colpo mortale. E' una delle ipotesi allo studio degli inquirenti, per spiegare come mai il rapinatore abbia fatto fuoco quando ormai la rapina era andata a vuoto. Ferrara, infatti, era riuscito a trattenere la busta con i soldi che aveva appena ritirato dal supermercato e si stava chiudendo nel blindato, quando il ladro ha fatto fuoco all'improvviso, mettendo una mano dentro la portiera del furgone della Sicurpol. Stamattina i carabinieri sono tornati in piazza Sant'Agnese, sul luogo dell'omicidio per raccogliere nuovi elementi, confermare la dinamica dei fatti, stabilire l'esatta posizione del furgone e delle persone. In programma c'è anche di ascoltare nuove persone, nel tentativo di allargare l'orizzonte delle indagini. Testi che magari sono in grado di raccontare una scena, un particolare, fornire uno spunto in più o un nuovo elemento su cui lavorare. Qualche particolare potrebbe emergere anche dall'analisi dei filmati delle varie telecamere a circuito chiuso che si trovano nella zona, a partire da quella del comando militare poco distante, ma anche quelle di vari palazzi che si trovano nei dintorni, che sono state acquisite su disposizione del sostituto genovese Sabrina Monteverde che coordina l'inchiesta. E' stato intanto conferito l'incarico per l'autopsia sul cadavere di Ferrara che sarà eseguita domani dal medico legale genovese Francesco Ventura.
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