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Lo stesso allenatore italo brasiliano ha respinto ogni domanda sull’argomento, dicendosi interessato solo a fare festa, rinviando ogni progetto futuro alle prossime settimane
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Lo Spezia, salvo matematicamente con un turno di anticipo, si conferma un perfetto laboratorio per allenatori emergenti: dopo la spettacolare stagione di Vincenzo Italiano, passato poi alla Fiorentina fuori tempo massimo, ecco un’altra piacevole scoperta, Thiago Motta, protagonista di un campionato funestato dai guai eppure concluso con il risultato più ambito. E, per la seconda volta consecutiva, anche quest’anno il rischio è quello di doversi separare dal proprio allenatore.

Rispetto a 12 mesi fa le premesse sono però molto diverse: al tempo Italiano aveva rinnovato e giurato amore eterno a tifosi e città. Un idillio durato il tempo che ha impiegato la Fiorentina a esonerare Gattuso e a proporre al tecnico spezzino una generosa via di fuga.

Oggi, invece, la conferma di Motta sembra in bilico ancor prima di poterne discutere: lo stesso allenatore italo brasiliano ha respinto ogni domanda sull’argomento, dicendosi interessato solo a fare festa, rinviando ogni progetto futuro alle prossime settimane.

Difficile capire cosa spinga Motta a questo tentennamento: forse sono le voci prestigiose che lo vorrebbero associato addirittura alla panchina del Paris Saint Germain (sebbene non sia così probabile che un allenatore emergente possa essere scelto per allenare Messi e compagni), forse è colpa di qualche incrinatura nei rapporti interni tra allenatore e direttore sportivo.

Di certo sono ancora molte le variabili che devono uscire dall’ignoto prima che un allenatore possa pensare seriamente al futuro: tra le altre la possibilità, o meno, che lo Spezia possa operare sul mercato. Secondo l’attuale sentenza i bianchi non dovrebbero poter effettuare alcuna operazione in entrata, aspetto non secondario per definire le ambizioni della squadra. Resta un punto da cui nemmeno Thiago potrà comunque derogare: l’allenatore ha un contratto con lo Spezia valido fino al 30 giugno del 2024. Per liberarsi, anche volendo, serve l’ok della società.