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TERNI - La Sampdoria di Andrea Pirlo batte la Ternana e sbanca il "Liberati" di Terni: finisce 2-1 per la compagine Blucerchiata, autrice di un'ottima prova che consente di portare a casa i primi 3 punti stagionali.

Samp brava a passare immediatamente in vantaggio e a mantenerlo, nonostante la pressione della Ternana, mai capace di impensierire davvero la retroguardia blucerchiata, per poi trovare anche il gol del raddoppio a dieci minuti dal termine del match. Leggera sofferenza nel finale per la rete dei padroni di casa, nata in maniera piuttosto rocambolesca, ma la squadra di Pirlo ha saputo gestire ed addormentare il match trascinandolo al termine.

Buona la prima quindi per la Sampdoria, che vince ma soprattutto convince sia nel gioco che negli interpreti: da segnalare infatti l'ottima prestazione corale della squadra che, con l'aggiunta di qualche innesto, può ritagliarsi uno spazio da protagonista in campionato. 

CRONACA

Secondo tempo

Parte forte la Ternana ma è La Gumina al 51esimo di testa ad andare nuovamente vicino al raddoppio personale, palla alta di poco. Ancora La Gumina di testa al minuto 60, ma conclusione troppo debole da buona posizione, facile per Iannarilli. Minuto 69, Ternana ad un passo dal pari, ottimo cross di Corrado, arriva a rimorchio Paghera che viene però anticipato da Giordano in corner. Gol della Samp: il raddoppio è di De Paoli che, imbucato alla perfezione da Askildsen, salta Iannarilli e trova la rete del 2-0. Palo di Pedrola all'84esimo, sulla ribattuta arriva De Luca, ma la palla finisce alta: blucerchiati ad un passo dalla rete che avrebbe definitivamente chiuso i giochi. Gol della Ternana, da una mischia in area di rigore sbuca Di Stefano che insacca in rete e riapre il match in pieno recupero

Primo tempo

Subito calcio di rigore per la Samp: dopo appena 2 minuti di gioco De Paoli, lanciato a rete, viene atterrato da Celli e l'arbitro fischia il penalty. Dopo un check del VAR il rigore viene confermato, calcia La Gumina che dal dischetto non sbaglia e porta avanti i blucerchiati al minuto 5. Primo squillo della Ternana al 16esimo con Falletti, bravo a incunearsi al limite dell'area e a concludere, ma palla che finisce alta. Parata sontuosa di Iannarilli su La Gumina al minuto 29, il portiere della Ternana nega la doppietta all'attaccante della Samp. 

TABELLINO

Ternana - Sampdoria: 1-2;

Reti: 5' rig. La Gumina (S), 77' De Paoli (S), 91' Di Stefano (T);

Ammoniti: 34' Falletti (T), 41' Proietti (T) 60' Celli (T), 90' Verre (S), 94' Bogdan (T);

Ternana (3-5-2): Iannarilli; Diakite, Bogdan, Celli; Casasola (66' Paghera), Favasuli (73' Di Stefano), Proietti, Damian (45' Pyyhtia), Corrado; Falletti (76' Favilli), Ferrante (45' Raimondo).

Sampdoria (4-3-3): Stankovic; Bereszynski, Ferrari, Murru (53' Ghilardi), Giordano; Benedetti (72' Askildsen), Yepes (80' Panada), Verre; Depaoli (80' Stoppa), La Gumina (72' De Luca), Pedrola.

 

PRE PARTITA

Prima giornata di Serie B, prima sfida per la Sampdoria sul campo della Ternana. Pirlo conferma le indiscrezioni della vigilia fatta eccezione per Bereszinsky dato in partenza e Depaoli preferito a Delle Monache. Esordio per Filip Stankovic tra i pali

L’ultima sfida tra Ternana e Sampdoria in Serie B risale al maggio 2003 (1-1), con le due squadre guidate  da Mario Beretta e Walter Novellino.

LE FORMAZIONI UFFICIALI

Ternana: Iannarilli; Diakite, Bogdan, Celli; Casasola, Favasuli, Proietti, Damian, Corrado; Falletti, Ferrante. In panchina: Gabriel, Sorensen, Capanni, Mantovani, Raimondo, Capuano, Paghera, Distefano, Travaglini, Favilli, Pyyhtia, Marginean. All. Lucarelli

Sampdoria (4-3-3): Stankovic; Bereszynski, Ferrari, Murru, Giordano; Benedetti, Yepes, Verre; Depaoli, La Gumina, Pedrola. In panchina: Ravaglia, Aquino, Barreca, Askildsen, Panada, Malagrida, Stoppa, Di Stefano, Ghilardi, Paoletti, Delle Monache, De Luca. All. Pirlo

GENOVA - Notte da dimenticare per il Genoa, travolto dalla Fiorentina nella prima giornata di A. Nessun dramma ma se in 45’ la squadra di Italiano realizza tre gol e chiude il match col Genoa e nella ripresa segna pure il quarto, con la rete almeno della bandiera di Biraschi, significa che c’è molto da lavorare per Gilardino e i suoi. Retegui isolato, Gud lontano dall’area e difesa senza Vogliacco che sbanda ad ogni giocata viola che è una signora squadra, ma che troppo facilmente gestisce una sfida a senso unico.

Genoa freddato, ma questo segnale vuol dire che la salvezza deve essere l’unico pensiero di tutto l’ambiente in attesa di un mercato che ha già dato tanto. Eppure l’inizio della serata faceva pensare ad altro visto che l’entusiasmo era stato tutto per Malinovskyi presentato da Josh Wonder di 777 Partners e dal presidente Zangrillo con l’ad Blazquez e il direttore generale Ricciardella davanti alla Nord che firma una coreografia con su scritto: il Grifone è tornato.

Il match però parte male per i rossoblù che dopo aver spaventato i viola con uno spunto di Retegui nell’azione successiva al 5’ subiscono la rete segnata da Biraghi che salta Hefti entra in area e lascia partire un tiro sotto la traversa che supera Martinez. Gran gol.
Pochi minuti dopo arriva il raddoppio di Bonaventura che infila in rete dopo un tiro di Gonzales che aveva colpito il palo. Avvio scioccante per Badelj e compagni. Tifo con trentamila spettatori che non si spegne nemmeno dopo l’uno-due micidiale della squadra di Italiano che gioca sul velluto.

La formazione di Gila pero’ non trova il ritmo e osserva il palleggio in sicurezza della Fiorentina. Al 23’ squillo di Badelj con una conclusione da fuori che sfiora il palo, ma l’arbitro aveva fischiato qualcosa. Si va avanti per episodi perché Gud non trova spazi e Retegui non riceve rifornimenti. Si vede poco anche Martin sulla sinistra. Poco dopo la mezz’ora prova a scappare via Frendrup ma si immola Bonaventura che viene ammonito. I toscani però sono sempre pericolosi sulla sinistra con Biraghi e Brekalo e Martinez deve intervenire. Il Genoa è immobile e un regalo di Dragusin non viene sfruttato da Nzola. Ma sul corner seguente Nico Gonzales di testa segna il 3-0.

Primo tempo da horror per Bani e soci oltre ai meriti evidenti dei viola . Buio totale per il Genoa che va al riposo senza dare segni di risveglio. Nella ripresa Gila passa al 4-4-2 e azione dì Gudmundsson con cross per Retegui anticipato. Ma non c’è più vita sul pianeta Genoa perché Bonaventura pesca Mandragora che di testa cala il poker. Partita in cui salta tutto e su ripartenza rossoblu Biraschi segna il gol della bandiera.

Tanti cambi per Gila che va col 3-4-2-1 con Jagiello, Ekuban  e Vasquez in campo. I rossoblu si scuotono e arriva qualche manovra offensiva che riaccende l’incitamento malgrado la partita sia segnata. Anche Italiano concede spazio a qualche riserva compreso Beltrand molto atteso a Firenze, pensando al match di Conference. Intanto Nzola sfiora il gol mentre i rossoblu riescono a trovare uno spunto che porta ad un colpo di testa di Retegui deviato da Terracciano. Occasione al 90’ per Thorsby che spreca da buona posizione.

Non succede più nulla davanti ai 33000 presenti. Notte da incubo, notte da cancellare subito per il Genoa che affronterà la Lazio all'Olimpico di Roma.

LA SPEZIA - Si è conclusa ufficialmente quest'oggi la campagna abbonamenti dello Spezia Calcio: sono 4227 i tesserati per la stagione di Serie B 2023/2024 che hanno rinnovato il proprio amore nei confronti della maglia bianca, a testimoniare che la fede nei confronti delle Aquile va oltre la categoria.

Segue il comunicato ufficiale del club di via Melara:

"Si è conclusa la campagna abbonamenti 2023-2024, che ha registrato la sottoscrizione di oltre quattromila tessere.

Ben 4227 tifosi aquilotti hanno dimostrato ancora una volta il proprio amore nei confronti della maglia bianca, sottoscrivendo l'abbonamento stagionale per non perdere nemmeno una sfida delle Aquile di mister Alvini, che domani affronteranno il primo turno di campionato in casa del Sudtirol.

Da parte del Club, un immenso grazie a chi, ancora una volta, sarà al fianco delle Aquile!"

Calcio in lutto. Addio a Carlo Mazzone allenatore, aveva 86 anni.  Una carriera lunghissima sulle panchine di serie A, basti pensare che è lui il detentore del record di panchine in Serie A: 792 (spareggi esclusi). Era uno dei tecnici più amati e apprezzati dai tifosi di tutta Italia.

 La CARRIERA DA CALCIATORE - Mazzone esordisce in Serie A con la maglia della Roma nella stagione 1958/59: collezionando due  presenze. Poi due parentesi alla Spal e al Siena, quindi eccolo all Ascoli in Serie C, dove conclude la sua carriera di calciatore nel 1969. La sua ultima stagione da calciatore, quella 1968-1969, fu anche la sua prima da allenatore, sempre dei bianconeri.

LA CARRIERA DA ALLENATORE - Nella stagione 1968-1969 il presidente Costantino Rozzi-  in attesa di trovare un nuovo allenatore per la Del Duca Ascoli, gli affidò temporaneamente per due volte la conduzione della prima squadra; il 24 novembre 1968 avviene l'esordio in panchina in sostituzione di Malavasi, poi il 4 maggio 1969 al posto di Capello e fino alla fine del campionato di Serie C Nel campionato seguente Mazzone, nella penultima giornata di andata, sostituì fino al termine della stagione l'allenatore Eliani; portò la squadra per la prima volta nella sua storia in testa al campionato, sfiorando la promozione.

Nel 1975 il passaggio alla Fiorentina con cui vince nel 1975 la Coppa di Lega Italo-Inglese e ottiene uno straordinario terzo posto nel campionato 1976-1977.

Poi eccolo sulla panchina del neopromosso Catanzaro in Serie A con due importanti salvezze Nel 1980 il ritorno d Ascoli dove resta  per cinque stagioni ottenendo grandi risultati come il sesto posto nel 1981/82 e le successive quattro salvezze consecutive.

Mazzone si trasferisce a Bologna nel 1985/86, in Serie B. Poi eccolo a Lecce, ancora in B, subentrando a dieci giornate dal termine. L’allenatore romano centra l'obiettivo della promozione in Serie A l'anno successivo. In Salento, Mazzone rimane per altri due anni in Serie A facendo molto bene.

Il tecnico approda al Pescara, nel 1991 e quindi a Cagliari, dove rimane per due anni conquistando uno storico sesto posto nel 1992/93 e facendo qualificare il Cagliari alla Coppa Uefa dopo 21 anni. Poi ancora Roma, Cagliari, Napoli Bologna, Perugia, Brescia e Livorno.

Per lui 1.278 panchine ufficiali: un record. Se ne va un grande del nostro calcio.