Sanità

Grande afflusso, sono persone fragili con bronchiti, polmoniti e scompensi cardiaci
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Se i pronto soccorso sono affollati in questa giornata di inizio anno e ancora di vacanza per molti (LEGGI QUI), ad arrivare al pronto soccorso sono soprattutto i casi di influenza e le riacutizzazioni di bronchiti e sindromi respiratorie: persone anziane e fragili, ma anche giovani spaventati, oltre al covid. La fotografia di inizio anno a Primocanale è del dottor Alessandro Rollero, direttore del pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi di Genova Sampierdarena: "A dire il vero Capodanno e Natale sono andati benissimo quanto ad accessi e questo fa pensare", ma questa, specifica poi il dottore, "è stata l'unica oasi in un mare di emergenza".

"Questa mattina (2 gennaio, ndrho 80 persone in boarding che aspettano un posto in reparto e quasi tutti i giorni è così, ameno nel periodo invernale", spiega Rollero.

La casistica del periodo è fatta da persone fragili che a causa dell'influenza ha complicanze, ma anche di qualche caso di covid. "Sono pazienti anziani con riacutizzazioni cardiorespiratorie classiche del periodo influenzale: hanno bronchiti, polmoniti e scompensi cardiaci. In più ci sono circa una quindicina di casi di covid. Ci sono anche alcuni giovani che arrivano al pronto soccorso spaventati per la febbre alta". E proprio il covid impegna maggiormente i sanitari poiché "i pazienti devono essere tenuti separati dagli altri, dunque necessitiamo di maggior spazio e personale, ma dal punto di vista della patologia respiratoria impegna di più l'influenza".

La causa del sovraffollamento è strutturale: "Sicuramente il territorio, anche se non è assente, è mancante, e ora speriamo col nuovo piano socio sanitario di poter recuperare almeno in parte questa mancanza. Restano poi le altre motivazioni: la cronicissima mancanza di medici sia per la guardia medica sia per l'emergenza e il pronto soccorso e poi ci sono anche le strutture. Per quanto riguarda il Villa Scassi, la struttura è stata ampliata nell'ultimo anno ma deve pur sempre accogliere un bacino di utenza sproporzionato. Ci sono 350mila persone per 33 letti totali di cui 10 riservati al covid", conclude Rollero.