Sanità

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L'avanguardia medica torna in campo in Asl 5 per contrastare il diabete. La S.S.D. Malattie Endocrine e Metaboliche, in particolare il dottor Stefano Carro, in collaborazione con la S.S.D. Chirurgia Plastica, in particolare il dott. Walter Paternich, riprenderanno il programma di inserimento sottocutaneo del misuratore glicemico impiantabile Eversense XL, interrotto a causa della pandemia. I pazienti interessati sono i diabetici di tipo 1 con ipoglicemie asintomatiche.

Lo scopo di questo sensore è quello di registrare i valori glicemici del paziente nel corso della giornata, inviando un allarme al cellulare del paziente stesso o di persone designate in caso di imminente ipoglicemia o iperglicemia. Inoltre, fornisce dati in tempo reale che possono aiutare il diabetologo a correggere in corsa le terapie. Il sensore va impiantato ogni 6 mesi ma non lascerà alcun segno.

Spiega infatti il dottor Paternich: "L’inserimento del sensore è semplicissimo e dura soltanto qualche minuto.La ferita viene suturata con un punto estetico rimosso dopo 7 giorni. Non rimane alcuna cicatrice e la stessa sutura è riutilizzabile per le sostituzioni future. Altrettanto agevole è la rimozione, poiché si tratta di un sensore lungo un centimetro e mezzo con il diametro di uno spaghetto."

Questo protocollo funziona molto bene perché vede la collaborazione strettissima tra la diabetologia e la chirurgia plastica di ASL 5", afferma il dottor Carro. "Noi ci occupiamo del sensore, ma siamo molto meno bravi dei plastici ad impiantarlo: in questo modo, invece, offriamo competenze diverse in un unico programma". Poi aggiunge: "È indicato per i diabetici di tipo 1, insulinodipendenti, che hanno ipoglicemie non avvertite oppure che non hanno un controllo glicemico sufficiente e, particolarmente utile, in quei pazienti che desiderano non avere alcun dispositivo visibile addosso. Permette anche attività che altrimenti sarebbero quantomeno difficoltose per il diabetico che utilizza un sensore tradizionale, come, per esempio, fare attività sportive di contatto o subacquee. Sul microchip sottocutaneo viene applicato all’esterno un amplificatore del segnale solo se il paziente desidera trasmettere i dati raccolti al cellulare che, attraverso un’app, ne permette la lettura. Gli stessi parametri possono essere inviati in tempo reale anche sul pc del diabetologo. In alternativa il sensore resta dov’è, silente, finché non viene attivato. È necessario solo fare periodicamente una calibrazione col glucometro per far acquisire al sistema il valore della misurazione capillare”.