Sanità

Lo rileva la Fondazione Gimbe analizzando il 'Monitoraggio dei LEA attraverso il nuovo sistema di garanzia' del Ministero della Salute nel 2020, l'anno dello scoppio della pandemia. L'assessore Gratarola risponde: "Dati ora in miglioramento"
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GENOVA - Nell'anno del covid la Liguria è stata una delle dieci Regioni italiane 'inadempienti' nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) risultando penultima per quanto riguarda la prevenzione delle malattie. Lo rileva la Fondazione Gimbe analizzando il 'Monitoraggio dei LEA attraverso il nuovo sistema di garanzia' del Ministero della Salute nel 2020, l'anno dello scoppio della pandemia. Uno studio per valutare le differenze tra le Regioni del Nord, colpite con violenza dalla prima ondata, e quelle del Sud, di fatto risparmiate da tale impatto grazie al prolungato lockdown della primavera 2020.

In Liguria il punteggio totale degli adempimenti della Regione ai livelli essenziali di assistenza (LEA), ovvero le prestazioni che il servizio sanitario nazionale eroga gratuitamente o tramite il pagamento di un ticket, è risultato di 199,5 punti su un massimo di 300. Secondo l'analisi Gimbe la Liguria si posiziona 12/ma tra le Regioni e province autonome ed è risultata inadempiente secondo il nuovo sistema di garanzia del Ministero perché ha registrato un punteggio insufficiente nell'area della prevenzione. La sanità ligure è risultata 19/ma per l'area della prevenzione, settima per l'area distrettuale e 14/ma per l'area ospedaliera.

Non si è fatta attendere la risposta dell'assessore regionale Angelo Gratarola, che spiega: "Secondo il nuovo sistema di monitoraggio del Ministero della Salute sui LEA-Livelli Essenziali di Assistenza, la Liguria ha ottenuto risultati positivi sia per l’area ospedaliera che per quella distrettuale – sottolinea Angelo Gratarola -. Per quest'ultima in particolare la nostra regione si trova ampiamente al di sopra dei livelli indicati dal Ministero. In merito invece al risultato sotto la soglia nel campo della prevenzione, il valore è stato determinato dal punteggio relativo alla insufficiente copertura vaccinale di morbillo, parotite e rosolia. Va però sottolineato che il dato è relativo al 2020, primo anno in cui la pandemia ha fortemente influenzato le attività di prevenzione, nel quale per pochissimi punti percentuali è stato assegnato un punteggio pari a 0, poiché inferiore al livello richiesto. È opportuno specificare che già nel corso del 2021 la copertura vaccinale è cresciuta in modo da garantire il superamento delle soglie richieste".

Sul valore relativo all’adesione agli screening oncologici organizzati, Alisa specifica poi che siamo di fronte ad un’analoga situazione. In particolare, a proposito dello screening del tumore della cervice uterina, è emerso che una percentuale elevata di donne ha effettuato il test anti-HPV attraverso il proprio ginecologo di fiducia, test che, se effettuato privatamente, non viene conteggiato ai fini del monitoraggio LEA del Ministero.

Anche in questo caso, come per le coperture vaccinali, è stato rilevato che il trend in crescita per tutte le tipologie di screening nel 2021 è destinato a migliorare il punteggio della nostra regione.

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