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La fascia più colpita dall'influenza in questa stagione è stata quella dei bambini da 0 a 4 anni di età: una influenza che, anche per i piccoli, non era così diffusa da almeno dieci anni. Mentre per quanto riguarda gli altri virus, tra i piccolissimi migliorano lievemente i casi di bronchiolite e si segnalano casi di streptococco soprattutto a ponente.

E' la fotografia fatta dal pediatra Alberto Ferrando, Presidente associazione pediatri extraospedalieri della Liguria, nel corso di Il medico risponde: "Ancora in questi giorni si segnalano a ponente infezioni da streptococco che causa mal di gola. Per quanto riguarda la bronchiolite la situazione è stazionaria e in miglioramento. Per quanto riguarda l'influenza, il picco così alto non si è mai avuto negli ultimi 10 anni e la fascia più colpita è stata quella dei bambini sotto i 4 anni, la seconda fascia dai 4 ai 10 anni. I bambini sono stati i più colpiti, però teniamo conto che per un bambino che si ammala c'è anche una famiglia che si ammala". 

Se negli adulti questo virus sinciziale non preoccupa, è necessario fare particolare attenzione con i più piccoli, spiega il pediatra: "La bronchiolite è quella particolare forma di bronchite che colpisce sotto l'anno di vita, che ai bambini grandi e a gli adulti causa solo un raffreddore mentre al bambino piccolo causa difficolta respiratorie. Ho contattato in questi giorni il Gaslini perché ci sono alcuni casi di bambini che finiscono anche in rianimazione. Se avete bambini piccoli evitate i soggiorni in locali chiusi, evitate di farli baciare e spupazzare dagli adulti. Una mascherina è meglio tenerla".

La data definitiva della fine dei lavori sarà quella del mese di agosto del 2026: la notizia è arrivata ieri in consiglio regionale. L'assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola, in risposta a una interrogazione del gruppo PD-Articolo Uno presentata da Davide Natale, ha illustrato al consiglio il cronoprogramma dei lavori. 

L’assessore alla sanità Angelo Gratarola ha spiegato che l’aggiudicazione dell’appalto, salvo imprevisti, "dovrebbe avvenire entro febbraio prossimo, la progettazione definitiva dovrebbe arrivare entro giugno 2023, le autorizzazioni alla stessa progettazione definitiva entro dicembre 2023, l’inizio dei lavori è previsto entro gennaio 2024 e la consegna dell’ospedale entro agosto 2026"

A novembre in Regione era avvenuta l'apertura delle buste per l'appalto di progetto e per i lavori del nuovo ospedale: un maxi appalto per un totale di 264 milioni di euro. L'unica offerta pervenuta è quella della Guerrato spa, società specializzata in edilizia ospedaliera con sede a Rovigo. 

La Spezia, una sola offerta per il nuovo Felettino

Dei 264 milioni, 70 arrivano direttamente da Regione Liguria. I restanti sono suddivisi tra il contributo statale di circa 104 milioni di euro e l'intervento pari a circa 90 milioni di euro da parte dei privati: proprio con questi ultimi lo scambio prevede che, a fronte dell'investimento iniziale, vi sia una "restituzione" di 266 milioni in oltre 25 anni. Asl5 verserà ai privati un canone di 16 milioni di euro annuali per i prossimi 25 anni e mezzo.

L'appalto dei lavori del nuovo Felettino ha una storia travagliata: a novembre del 2019 Regione Liguria rescisse il contratto con la società Pessina Costruzioni. La ditta si era aggiudicata la costruzione dell'ospedale della Spezia dopo aver vinto il bando pubblico nel 2015.

 



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La Liguria ha speso, negli ultimi anni, circa 4 milioni di euro per coprire il fabbisogno di personale mancante in tutte le strutture ospedaliere regionali e per evitare la chiusura di alcuni servizi sanitari: in primis nei pronto soccorso ma anche in tanti dei reparti rimasti scoperti. Di questi però, 3 milioni riguardano esclusivamente l'ultimo anno, il 2022. Il personale utilizzato proviene da cooperative mediche private, sono i cosiddetti "medici a gettone", chiamati a coprire emergenze per periodi più o meno lunghi.

Una abitudine che non riguarda di certo solo gli ultimi mesi, iniziata invece già nel 2020 - seppure timidamente - in tutta la regione e suddivisa in modo molto diverso nelle varie Asl che coprono il territorio. Asl3 per esempio, l'azienda che gestisce la sanità dell'area metropolitana genovese nonché l'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, con il suo bacino di utenti di oltre 350mila cittadini, non ha usufruito di personale "a gettone". Nemmeno gli altri grandi ospedali genovesi come l'IRCCS San Martino, il Galliera, il pediatrico Gaslini, l'Evangelico vi hanno fatto ricorso.

Pronto Soccorso, Gratarola: "Riduzione a tre centrali non indebolisce il servizio"

I dati sono stati presentati martedì 17 gennaio in consiglio regionale, l'occasione per snocciolarli è stata una interrogazione di Lista Sansa che chiedeva "quanti medici negli ospedali prestano servizio attraverso le cooperative e il costo sostenuto". Per l'assessore Gratarola, prima ancora di parlare di numeri, "lavorare in maniera mercenaria è fuori dalle regole naturali in quanto il lavoratore deve essere inserito almeno in una rete regionale".

I costi sostenuti dalla giunta per il ricorso alle cooperative è di circa 4 milioni totali se si calcola la spesa effettuata negli ultimi anni e che varia molto di Asl in Asl, sia per il livello di spesa sia per gli anni analizzati. La spesa maggiore resta quella dello scorso anno, quando il ricorso alle cooperative è stato più alto. In una sorta di "classifica" dell'uso di personale sanitario a gettone è l'area del ponente, con Asl1, quella che è stata costretta maggiormente al ricorso alle cooperative.