Porto e trasporti

A causa dell'interpretazione italiana di una sentenza della Corte europea
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GENOVA - "A causa di questa fuga si registra almeno il 50% in meno di arrivi dei mega yacht. Nel caso in cui questo problema non venga risolto per tempo, assisteremo a gravi conseguenze nei prossimi anni". Commenta così Mauro Vianello, presidente di Ente Bacini Genova, la questione legata agli yacht in fuga dall'Italia a causa di una interpretazione che il nostro paese ha dato a una sentenza della Corte Europea, che in sintesi afferma l'impossibilità degli equipaggi extra-comunitari di soggiornare per più di tre mesi nei porti italiani. Una decisione che conseguentemente impatta sulle occupazioni nei bacini.

"E' una problematica che abbiamo già incontrato, purtroppo tante prenotazioni che avevamo sono state annullate. Avevamo una prenotazione per un mega yacht di 140 metri che adesso non verrà più. Tutto ciò si ripercuote sulla problematica occupazionale, sui bacini. E' un problema serio, speriamo che il legislatore possa porci rimedio perché è evidente come questo fatto si ripercuota sui problemi occupazionali."

A conti fatti, andando avanti così meno personale sarebbe chiamato a lavorare: "Sicuramente sì, i bacini fortunatamente sono attivi sulle riparazioni navali, sugli yacht invece la situazione è più grave perché non ne stanno arrivando più. E' un problema che va affrontato, credo che il sindaco di Genova, il presidente della Regione, i parlamentari liguri se ne stiano occupando e siano in contatto con il Ministero degli Interni: tuttavia è una tematica che va risolta perché si ripercuoterà su altri settori.

"La percentuale di yacht che arrivano nei nostri bacini è abbastanza alta, il bacino 1 e 2 sono quasi sempre attivi sugli yacht. Ma con questa fuga abbiamo almeno il 50% in meno di arrivi. Fortunatamente si lavora ancora sulle riparazioni navali. Nel caso in cui questo problema non venga risolto per tempo, assisteremo alle conseguenze nei prossimi anni La mia speranza è che si arrivi ad una soluzione nel giro di un mese o due, in caso contrario sarebbe un grosso errore da parte del legislatore."