GENOVA - Chiedono il rinnovo del contratto di lavoro nazionale scaduto alla fine del 2023. Sono i lavoratori del settore portuale che dal 3 aprile sono entrati in stato di mobilitazione. Tre giorni di sciopero nazionale che ha il suo culmine a Genova con una manifestazione nazionale prevista per venerdì 5 aprile. Sotto la Lanterna, oltre alle delegazioni liguri, anche rappresentanze dai porti di Trieste, Civitavecchia, Napoli, Salerno, Ravenna, Livorno e Venezia.
Si parte con il presidio dei varchi a partire dalle 5,30-6. Poi dalle ore 8,30 il concentramento a ponte Etiopia da parte dei manifestanti. Quindi il corteo lungo le strade cittadine che raggiungerà la sede di Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale a Palazzo San Giorgio. Si attende una partecipazione alta.
I motivi dello sciopero sono diversi. "La principale è la componente economica con l'ultimo adeguamento di 110 euro firmato nel febbraio 2021 - spiega Maurizio Diamante, segretario nazionale Fit Cisl -. Il 10% di questi sarebbe dovuto andare a finire in un fondo destinato all'incentivo all'esodo non ancora partito. C'è poi stato un decreto che prevedeva per i lavoratori dell'autorità portuale che l'1% di tasse sulle merci, nelle fase di accumulo, venisse messo dall'autorità portuale, ma trattandosi di soldi pubblici non è mai arrivato l'ok. Poi c'è anche la questione legata ai dipendenti della stessa autorità di sistema portuale che si trovano in un ibrido tra pubblico e privato, serve una soluzione chiara anche per loro. Oltre alla parte economica c'è anche l'aspetto legato al lavoro usurante e alla sicurezza sul lavoro anche in ambito portuale. In questo senso pochi giorni fa è stato avviato un tavolo con il ministero dei Trasporti per affrontare la problematica " spiega Diamante.
Lo sciopero di 24 ore del mondo portuale è scattato mercoledì con due possibili modalità: da una parte uno sciopero di due ore per ogni inizio turno da dividere nelle tre giornate oppure 8 ore di sciopero da concentrare tutto nella giornata di venerdì. Uno sciopero che ha visto anche l'accordo di diverse associazioni del settore come Assiterminal, Assoporti e Assologistica. Un ruolo centrale nella questione potrebbe ricoprirla il viceministro alle Infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi che è pronto a svolgere un ruolo di mediatore tra le parti.
I lavoratori nelle scorse settimane hanno incontrato le controparti datoriali ricevendo una proposta di aumento salariale del 10%, pari a 180 euro ritenuta ancora non sufficiente a superare i problemi legati al rialzo dei costi causati dall'inflazione degli ultimi anni condizionata anche dagli eventi geopolitici come la guerra Russia-Ucraina. La proposta delle controparti prevede però la riduzione del pagamento delle prime tre giornate di malattia; l’introduzione, nel comparto crociere, del concetto di stagionalità per far arrivare così l'orario settimanale di lavoro a 44 ore; l’aumento del numero delle notti per il riconoscimento dell’h24 fino a mettere mano alla flessibilità con l’aumento del numero dei cambi turno.
“Nella città che ospita il più importante porto d’Italia daremo una dimostrazione di determinazione alle associazioni datoriali - commentano Enrico Poggi segretario generale Filt Cgil Genova, Mauro Scognamillo segretario generale Fit Cisl Liguria e Roberto Gulli segretario generale Uiltrasporti Liguria – chiediamo il rinnovo di un contratto scaduto alla fine del 2023 e condizioni di lavoro dignitose. Siamo stanchi di sentire dichiarazioni in pompa magna sulla nostra portualità e poche parole su chi ogni giorno contribuisce a rendere questo Paese competitivo e attrattivo: invitiamo non solo i lavoratori, ma la cittadinanza intera a sostenere questa battaglia per fare ancora una volta partire da Genova un messaggio inequivocabile” concludono. Mercoledì a Genova si è svolta un'assemblea con 500 partecipanti che ha dato mandato alle segreterie dei sindacati di continuare la mobilitazione e contemporaneamente, allo sciopero e per tutta la giornata del 5 aprile, notte compresa, con tutti i varchi portuali della città presidiati.
IL COMMENTO
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