GENOVA - Potrebbe esserci una svolta, determinante, nella gestione dei rapporti tra i concessionari di servizi di pubblico interesse, comprese le Autostrade, e gli utenti. L’autorità di regolazione dei trasporti, Art, sta per completare il primo Regolamento con i contenuti minimi dei diritti dell’utenza. Si tratta di un documento unico nel suo genere, che andrà a stabilire, nero su bianco, quali sono i diritti minimi garantiti per il servizio pubblico svolto dai concessionari, e sanzionerà in caso questi diritti non vengano rispettati, obbligando a modificare i comportamenti non adeguati. Quello che oggi era solo qualcosa di teorico e non praticabile nella concretezza.
L’autorità di regolazione dei trasporti, con sede a Torino, è finanziata da oltre 1000 soggetti che fruiscono di pubblici servizi, tra cui gli stessi concessionari del servizio autostradali e ferroviario che, è immaginabile, alzeranno il tiro durante le discussioni sui servizi minimi garantiti all’utenza.
Il 15 aprile, se i piani verranno rispettati, inizierà una consultazione pubblica che durerà un mese, da parte di Art, destinata a tutti cosiddetti stakeholders cioè a tutti gli utenti. Una sorta di “chiamata alle armi” per creare una massa critica da portare poi come potere di contrattazione al tavolo con i concessionari, laddove i diritti non vengano rispettati. Il documento dovrà essere pronto entro il 21 luglio del 2023. Ma che cosa conterrà? I criteri minimi del servizio pubblico, rispondere a domande tipo “le tariffe sono adeguate al servizio? Ha senso che si paghino le stesse tariffe, cioè i pedaggi, in modo uniforme in tutto il Paese, quando ci sono situazioni critiche come quelle della Liguria, stretta tra code e cantieri, dove invece che a 130 all’ora in media si procede a 60 km all’ora in coincidenza dei cantieri, e negli scambi di carreggiata dirittura la velocità scende a 40 km?
L’Autorità di regolazione dei trasporti ha ottenuto, dopo il crollo di ponte Morandi, la possibilità di intervenire anche nelle concessioni già in atto, mentre prima poteva farlo solo prima che venissero affidate dallo Stato dopo la presentazione del Pef, il piano economico finanziario, dietro al quale si trincerano i concessionari dicendo: “Se i ministeri lo hanno approvato significa che va bene così”. E no, invece il nuovo Regolamento che si sta scrivendo metterà in dubbio questo, cioè l’intoccabilità dei concessionari che fino s oggi hanno avuto ben pochi controlli, dopo l’affidamento, da parte dello Stato.
IL COMMENTO
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