Porto e trasporti

Nell'area di Ente bacini, congelati spazi preziosi in attesa della realizzazione dell'opera
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GENOVA - Il primo a mangiarsi le mani, in senso figurato, e a chiedere i danni (ad Autostrade), in senso concreto, se il tunnel subportuale di Genova non si dovesse fare, sarà Mauro Vianello, presidente di Ente Bacini. Ricapitoliamo la vicenda: Ente bacini, come raccontato da Primocanale l'11 ottobre del 2022 (GUARDA QUI) si è candidato ad ospitare una decina di aziende interferite dall'opera, che collegherà, passando sotto il mare, San Benigno e Viale Brigate Partigiane. La strada appare sempre più in salita, viste le diverse interferenze con le opere portuali presenti e future (LEGGI QUI) e viste anche le tante osservazioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici su molti aspetti determinanti del progetto (LEGGI QUI).

 

Il presidente Vianello già ad ottobre aveva incontrato i vertici di Autostrade, che deve realizzare l'opera, per capire le necessità di spazi e quant'altro. Un vertice solo interlocutorio. Ma c'è qualcosa di nuovo? "Abbiamo scritto ad Autorità portuale e ad Autostrade dando la nostra disponibilità - spiega Vianello - noi ci siamo messi a disposizione per sinergia con gli altri enti visto che l'opera serve". Ma di quanti spazi parliamo, cioè che impegno di aree ci sarà per ricollocare queste aziende? "Circa 4700 metri quadrati tra spazi coperti e scoperti, che noi avremmo già potuto subconcedere ad altre aziende che ne avevano fatto richiesta, e anzi credo che avremmo da ridire con loro perchè non glieli diamo..." scherza Vianello quando gli chiediamo se il tunnel sia stata una manna dal cielo, portando aziende interferite lì ad Ente Bacini. Insomma Vianello, uomo scafato, forse non a caso ripete "abbiamo scritto..." "c'erano aziende già interessate alle nostre aree" ecc. Perchè di tutto questo percorso è bene che resti traccia. Ecco perchè: analizzando bene la faccenda, guardandola da tutti i lati, ecco che si può tranquillamente affermare, senza essere accusati di malignità, che 4700 metri quadrati di aree del porto di Genova, di Ente bacini in particolare (che grida sempre la fame di spazi per un mercato sempre più effervescente e ad altissima intensità di lavoro), sono in ostaggio del tunnel subportuale, che chissà se verrà realizzato (non si offenda il sindaco se insinuiamo il dubbio visti i tanti ostacoli). Cioè, da tempo Ente Bacini ha congelato spazi che altrimenti sarebbero già stati subconcessi ad altri, e che avrebbero creato indotto certo, per lasciarli liberi per rendere possibile un'opera che di certo, per ora, ha ben poco. Insomma, se non si dovesse fare, allora Ente Bacini chiederà i danni ad Autostrade? Ma finchè "carta non canta" è difficile stabilire tempi e modi. Di qualcosa di potenzialmente esplosivo. 

 

Poi, come raccontato a ottobre, c'è il nodo indennizzi da chiarire con Autostrade, cioè quei soldi che serviranno per attrezzare queste aree per le aziende sfrattate dal tunnel, che ovviamente saranno a carico di Autostrade, ci mancherebbe altro.