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4 maggio 2023. Una data storica per Genova. Prenderanno infatti il via i lavori della Nuova Diga Foranea, un'opera unica al mondo per la complessità ingegneristica, per le dimensioni e per la realizzazione “offshore” , cioè totalmente in mare aperto, senza che vengano interrotte le attività portuali. 

Con la nuova diga viene così realizzato il più grande intervento di rinnovamento dell'area portuale ligure degli ultimi 25 anni, con l'ampliamento degli spazi di transito e manovra per le navi all'interno dello scalo marittimo, così da potenziarne la capacità di accoglienza e trasformarlo in una infrastruttura in grado di accrescere la competitività del sistema ligure e dell'Italia tutta. La sua realizzazione consentirà l'accesso in sicurezza al porto a navi portacontainer più grandi, lunghe fino a 400-450 metri (il doppio di quelle che possono transitare oggi), adeguando le specifiche del porto di Genova alle esigenze delle maggiori compagnie di navigazione. Un progetto di grande impatto economico per la città, per il suo porto commerciale e per tutta l'Italia, che genera sviluppo già dalla fase di costruzione: per la sua realizzazione, saranno infatti occupate più di 1.000 persone.

Commissionata dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale , l'opera rientra nel Programma straordinario per la ripresa del Porto di Genova. Webuild sarà il leader del consorzio che realizzerà i lavori per un valore complessivo a base d’asta di 928 milioni di euro.


IL PROGETTO - Il progetto prevede la realizzazione del nuovo sbarramento molto imponente circa 450 metri oltre l'attuale diga foranea. Per la Fase A, attualmente finanziata, è previsto un basamento realizzato a 50 metri di profondità mediante l'impiego di 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso su cui verranno posizionati elementi prefabbricati in cemento armato composti da circa 100 cassoni cellulari di dimensioni fino a 33 metri di altezza, 35 metri di larghezza e 67 metri di lunghezza. La nuova infrastruttura si distingue per le tecnologie innovative impiegate per la sua realizzazione e per la sostenibilità, garantita da sistemi volti a massimizzare l'economia circolare, prevedendo tra l'altro il recupero, il riutilizzo e la trasformazione degli inerti.

LA CERIMONIA - Giovedì 4 maggio Primocanale seguirà in diretta l'intero evento. Dalle 11 collegamenti da Palazzo San Giorgio dove ci saranno il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, il vice ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, il presidente dell’Authority Paolo Emilio Signorini, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il sindaco di Genova Marco Bucci e il numero uno di Webuild Pietro Salini. Verrà premuto un pulsante e contestualmente dato avvio alla posa della prima pietra della Diga, ovvero la gettata di ghiaia che darà il via ufficialmente ai lavori.

L'evento riprenderà alle 21 circa, sempre in diretta su Primocanale, con lo spettacolo dell’Art Performance e il Concerto dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice. Gran finale con spettacolari fuochi d'artificio.

 

GENOVA - Circa 400 persone hanno partecipato all'assemblea pubblica che si è svolta al Palamare di Genova Pra' e organizzata dal municipio Ponente. Comitati e cittadini si sono riuniti per fare il punto sulla situazione a pochi giorni dall'avvio dei lavori per la realizzazione della nuova diga foranea. Al centro resta la questione di dove verranno posizionati i cassoni utili per la realizzazione della diga.

Il presidente del municipio Guido Barbazza ha comunicato alla cittadinanza che sono in corso trattative con il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi per far sì che la produzione la produzione dei cassoni della nuova Diga di Genova avvenga a Vado Ligure che ha già dato una generica disponibilità all'operazione.

Il presidente del municipio ha annunciato che nel frattempo è stata esclusa l'ipotesi dello spostamento di Porto Petroli a Genova Pra' così come non ci saranno altre tipologie di riempimenti nella stessa area.

Venerdì 12 maggio in consiglio comunale a Genova si svolgerà la commissione dedicata al futuro assetto del Porto: la commissione è stata convocata su richiesta dell'opposizione. Nel corso della commissione verranno anche ascoltati Comitati e cittadini del ponente genovese che il 25 marzo scorso sono scesi in piazza per chiedere chiarezza sul futuro dell'area e dire "No alla fabbrica dei cassoni a Pra'".

"Ora con il municipio siamo allineati, questo è un primo grande traguardo - spiega Serena Ostrogovich del Comitato Pegli Bene Comune -. Purtroppo ancora una volta il sindaco Bucci e il presidente del porto Signorini non erano presenti. Abbiamo preso atto dal presidente Barbazza dell'impegno del viceminisitro Rixi per la soluzione Vado Ligure. Ora abbiamo bisogno che il municipio e le altre parti istituzionali tirino fuori degli atti concreti, ci vuole un documento dove questo venga scritto nero su bianco perché per ora l'unica soluzione scritta è quella che vede i cassoni a Pra'. All'assemblea di questo giovedì abbiamo visto ancora una volta tutto il ponente cittadino unito, ma anche la presenza di comitati di altre zone della città. Secondo noi la soluzione di Vado è la più sensata perché l'area è già predisposta. Non vogliamo più servitù ma riqualificazione e valorizzazione del nostro territorio" conclude Ostrogovich. In Municipio settimane fa inoltre è passata la mozione presentata dall'opposizione riguardo alla linea da seguire contraria ai cassoni a Pra', votazione che ha visto tutto il consiglio del municipio ponente unito.

Intanto il 4 maggio si avvicina. Quel giorno verrà posata la prima pietra della nuova diga del porto di Genova. L'opera sarà realizzata circa 450 metri più al largo di quella attuale, con lo scopo di creare una nuova configurazione degli accessi portuali per garantire transiti e le manovre delle navi e renderlo accessibile alle nuove navi portacontainer di grandi dimensioni.

La prima fase dei lavori prevede l'impiego di 950 milioni, di cui 600 in arrivo dal Pnrr, 100 milioni dalle locali amministrazioni 250 a valere sulle risorse dell’Autorità di sistema portuale tramite sottoscrizione di un mutuo con la Bei.

GENOVA - Il Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale ha approvato il bilancio consuntivo 2022.

"Nonostante lo scenario globale contrastato e complesso in cui i commerci internazionali hanno dovuto fare i conti con il prolungarsi del conflitto in Europa Orientale, con il rallentamento generale dell’economia e con l’aumento dei prezzi, i Porti di Genova e Savona hanno movimentato merci per un totale complessivo di 66 milioni e 226.597 mila tonnellate registrando una crescita del 4,2% rispetto al 2021 confermando il loro ruolo chiave nel comparto container e nel settore dei passeggeri" si legge nella nota diffusa dall'Autorità portuale.

L’Autorità di Sistema Portuale nella gestione nell’anno 2022 ha fatto registrare una riduzione dell’avanzo di amministrazione a 212 milioni di euro. Le entrate in conto capitale sono state pari a 888 milioni di euro mentre le risorse impegnate in conto capitale sono state pari a 1.057 milioni di euro. Si sono registrati 68 milioni di euro di spese correnti a fronte di entrate correnti per 105 milioni di euro.

Per il Programma Straordinario sono stati avviati progetti per circa 985 milioni di euro, valore che aggiunto a quelli degli anni 2019, 2020 e 2021, porta a 2,163 miliardi di euro il volume di investimenti già assunto. Tra gli interventi più rilevanti impegnati nel 2022 si segnalano: “Nuova Diga Foranea di Genova (prima fase)” per un importo di 939 milioni di euro, “Cold ironing Genova crociere e traghetti” per euro 18,3 milioni; “Intervento di adeguamento infrastrutturale della nuova Calata Bettolo per intervento accordo sostitutivo” per euro 10,3 milioni.

Per quanto concerne il Programma Ordinario, gli impegni assunti  hanno riguardato i seguenti principali interventi: “Opere di sistemazione del versante in fregio alla viabilità di accesso al porto di Vado Ligure per ampliamento terminal intermodale” per 20,7 milioni di euro, “Cold Ironing Porto di Savona” per 9,3 milioni di euro; “Lavori di ripristino terminal traghetti nel porto di Vado Ligure” per 7,1 milioni di euro, “Manutenzione fondali” per 2,2 milioni di euro; “Manutenzioni straordinarie strade porto di Savona” per euro 750 mila e “Realizzazione della nuova diga di Vado Ligure - prima fase” per euro 500 mila.

Migliora, infine, l’indice di tempestività dei pagamenti con una riduzione di quasi 10 giorni rispetto al dato dell’esercizio precedente. Questo risultato deriva dall’introduzione di misure che hanno portato la procedura ad essere sempre più tempestiva ed automatica. Il Comitato ha approvato altresì una serie di atti amministrativi relativamente a pareri per il rilascio e il rinnovo di autorizzazioni ex art. 24 reg. cod. nav. nonché ex art. 45-bis, 46 e 55 cod. nav. riferite a concessioni regolate mediante atto licenza e atto pluriennale, e iscrizioni al registro ex art. 68 del Codice della Navigazione.

Per il presidente della Regione Toti "i numeri confermano una volta di più che la ripresa dei commerci mondiali dopo la crisi Covid è ormai più che avviata e che la Liguria è in grado di giocare un ruolo da protagonista anche nella logistica internazionale. Per consolidare questo trend positivo bisogna puntare sulle grandi opere con progetti ambiziosi che sono già in procinto di partire. Pensiamo ad esempio alla nuova diga di Genova, di cui poseremo simbolicamente la prima pietra il 4 maggio, l'elettrificazione delle banchine, gli interventi su Calata Bettolo, tutti lavori fondamentali per mantenere il porto di Genova nel suo ruolo di leader nel Mediterraneo".

 

GENOVA - La festa del lavoro è l’unico giorno dell’anno in cui i camalli della Culmv si fermano (fatta eccezione per le navi passeggeri). Alla vigilia del primo maggio incontriamo il console della storica Compagnia del porto di Genova, Antonio Benvenuti, che è molto preoccupato.

Preoccupato per il calo dei container “del 16% nei primi tre mesi dell’anno, e noi con i container facciamo il 60% dei nostri avviamenti, quindi rischiamo di perdere 20mila ore, a cui si aggiungono le 15mila ore nel caso in cui Grimaldi se ne andasse, “sfrattato” dai depositi costieri a ponte Somalia. E’ vero che ci sono i mancati avviamenti ma significa che i nostri uomini guadagnano meno, magari sono in cassa integrazione per dieci giorni al mese”.

 

Ma c’è un altro tema che lo inquieta, ne parla quando gli chiediamo un giudizio sulle discussioni e il lavoro che si stanno portando avanti in vista del nuovo piano regolatore portuale: “Il tunnel subportuale non lo critico come opera in sé, cioè visto che è finanziata è anche giusto che si faccia. Ma quello che mi spaventa sono i cantieri, che dureranno magari tre-quattro anni. Attenzione che qui si rischia di bloccare tutto il porto. Da dove si entra, da dove si esce? Forse sarebbe il caso di ricalibrare il progetto per tenere in considerazione le esigenze di operatività. Già sparisce la palazzina del Csm, il centro smistamento merci, che comunque conta 30-40 lavoratori, poi ci sono altri problemi, qui nella zona di San Benigno ad esempio”.

“La Ignazio Messina & C. S.p.A. accetta e al tempo stesso lancia una sfida al mercato, confermando la decisione di implementare la sua strategia, storicamente radicata sull’utilizzo di grandi navi portacontenitori ro-ro, procedendo alla sostituzione di alcune sue unità con navi puramente portacontainer": lo scrive la compagnia in una nota.

La società conferma così la riconquista di una capacità di reazione tempestiva sui mercati e quindi una agilità gestionale nello schieramento della flotta sulle linee gestite, rispondendo a una serie di motivazioni precise: la crescente containerizzazione dei carichi nei porti del Golfo arabico e dell’India – mercato sempre più in crescita e alla luce delle ristabilite relazioni diplomatiche tra i due Paesi - la maggiore capacità di trasporti container delle navi che entrano a far parte della flotta, e le conseguenti economie di scala che ne deriveranno in presenza di un aumento di capacità e di un efficientamento del servizio ai clienti.

Questa scelta ha trovato ulteriore conferma e si è consolidata in questi giorni con la decisione di cedere ad acquirenti americani la “Jolly Cristallo”, procedendo parallelamente all’acquisto delle due full container, in grado di trasportare anche project cargo e carichi eccezionali”, con una portata da 4600 TEU e 264 metri di lunghezza, costruite presso Daewoo Shipbuilding South Korea nel 2009 e nel 2010. E proprio a supporto di queste unità destinate a operare in prevalenza nell’area del Mar Rosso, Golfo nonché in India, il gruppo armatoriale genovese ha finalizzato anche l’acquisto in Cina di 2.000 container da 20’ e 2.500 da 40’ High Cube.

Per altro di recente la Ignazio Messina ha anche noleggiato la M/n MSC Palatium III da 2.546 TEUs nominali dotata di 3 gru da impiegare sulla linea East-South Africa per mantenere la regolarità del servizio ed in attesa che vengano consegnate le due navi acquistate che prima di entrare sui servizi faranno importanti lavori di refitting presso primari cantieri.