Politica

3 minuti e 53 secondi di lettura

Roberto Calderoli, più volte ministro e storico esperto di diritto parlamentare, esponente della Lega fin dagli esordi, ha deciso di scendere in sciopero della fame per snebbiare la cappa di silenzio calata sui cinque referendum sulla giustizia, al voto il 12 giugno insieme con le amministrative. Di questo e altri temi ha parlato a Primocanale, intervistato dal nostro direttore Matteo Cantile.

GESTO DI ROTTURA - "Sono in sciopero della fame dal 31 maggio a fronte della totale assenza di informazione rispetto ai quesiti referendari, se ne parla poco e male, in orari e con contenuti che disincentivano al voto. Di contro sulle reti nazionali ci sono monologhi in prima serata addirittura contro i referendum. Perciò, copiando il compianto Marco Pannella, ho preso l'iniziativa nonviolenta più forte che si possa prendere. Digiunare fino al 12? Ho appena ricevuto una telefonata della presidente del Senato Elisabetta Casellati, in cui mi ha informato che allerterà la Commissione di Vigilanza: qualcosa si sta muovendo".

QUORUM - "Se perfino per le amministrative c'è il rischio concreto che non si arrivi al 51%, percentuale che peraltro non invaliderebbe le consultazioni, sui referendum siamo addirittura al 30%, ben lontano da quel 50% degli elettori più uno. Perciò ho proposto che ogni elettore deciso a votare "adotti" un astenuto: arriveremmo così dal 30% al 60% e la consultazione sarebbe valida".

QUESITI - "Si tratta di quesiti tecnici? Il problema della giustizia può riguardare tutti: con 5 milioni di processi pendenti, tra imputati e parti lese parliamo del 15% della popolazione italiana. Il quesito sulla separazione delle carriere ha una formulazione estenuante non per la domanda in sé ma per come è stata scritta la legge e quindi occorreva adeguarvisi per ottenere l'ammissibilità. In sostanza noi vogliamo che un magistrato o faccia il giudice o faccia il pubblico ministero, se uno è stato vent'anni alla pubblica accusa passando alla funzione giudicante non sarà mai terzo".

ELECTION DAY - "Credo che scegliere per il voto un giorno unico, il primo fine settimana con le scuole chiuse e l'abolizione delle limitazioni Covid, sia stato un peccato mortale del governo, aggravato dalla mancata estensione del voto fino alle 15 del lunedì mattina. Inoltre hanno cercato di varare la legge Cartabia entro maggio, circostanza che avrebbe fatto saltare tre referendum su cinque".

PERCHE' VOTARE SI' - "Se uno è contento della giustizia che abbiamo voti pure no, se uno è soddisfatto che i processi durino il quadruplo rispetto a quanto accade negli altri paesi occidentali, se uno è soddisfatto di aspettare 15 anni per una sentenza, che tanti delinquenti escano per decorrenza e mille innocenti all'anno siano sottoposti a custodia cautelare, allora voti pure no".

COMUNALI DI GENOVA - "Bucci, toccando ferro, per come ha operato è destinato a una vittoria certa".

CALO LEGA - "La Lega più bassa nei sondaggi? Essere al governo non paga se ci sei con PD e M5S, la nostra presenza in tempi difficili dovuti a pandemia e guerra limita peraltro i danni di quello che sarebbe stato un governo giallorosso e ci permette di portare avanti un po' delle nostre proposte. I voti li conteremo nel 2023 e gli elettori potranno valutare il senso di responsabilità di chi è rimasto all'opposizione a gridare e quello di chi ha lavorato sodo".

ELEZIONI POLITICHE - "Io credo che i tempi non ci siano più per cambiare la legge elettorale, quella attuale non mi piace, è per 2/3 proporzionale e 1/3 maggioritaria mentre io avrei voluto il contrario. PD e M5S, che faticano a trovare candidature comuni, vorrebbero un proporzionale puro che ci riporterebbe dritti alla prima repubblica, con governi di 6 mesi che nascevano e morivano al mercato delle vacche. Mai più! Torniamo al maggioritario. Il mio "Porcellum"? Lo chiamai così perché venne snaturato in corso d'opera, con un premio di maggioranza eccessivo e le liste troppo lunghe: se fosse rimasto conforme al modello usato per le regionali, sarebbe stato perfetto".

PARTITO UNICO - "Credo nella scelta della federazione, serve conservare identità e singolarità nella prospettiva di una forma di federalismo. Tutto non deve essere fatto su calcolo elettorale, il problema sono i contenuti".

LIGURIA - Lo scontro Lega-Toti in Liguria e il fatto che a Genova Italia Viva e Azione stiano con Bucci? NOn è un male allargare al centro, io credo che il centro abbia motivo di esisstere, ma non deve diventare brutta copia della vecchia DC. Qualcuno già parlava di proporzionale, ma sono cose passate".

RENZI - "Non ho mai capito dove stia, un giorno qui un giorno là, vediamo cosa decide di fare da grande".

INFRASTRUTTURE LIGURI - Io stesso ho incontrato difficoltà sul percorso dall'aeroporto al centro. Senza un adeguato sistema infrastrutturale, a Genova e in Liguria sarà difficile vivere e fare impresa, attrarre chi voglia investire".