
La consigliera Ilaria Cavo è intervenuta oggi in aula a nome del gruppo Noi Moderati Orgoglio Genova. "Gli emendamenti alle linee programmatiche presentati dal nostro gruppo e non accolti dalla sindaca e dalla giunta danno un'indicazione chiara ai genovesi su quello che devono aspettarsi - le sue parole - Non ci è stato accolto l'impegno (presente in due emendamenti rigettati) a ridurre l'Imu per gli immobili in affitto concordato per il 2026, scelta che non solo sconfessa le promesse di Silvia Salis, ma stride con l'obiettivo di ridurre gli affitti professato in questo piano programmatico. Rifiutato anche l'impegno a mantenere le politiche di gratuità sul trasporto pubblico urbano, così come quello di non sprecare i finanziamenti e di non incorrere in penali nella revisione del progetto della Funivia al Lagaccio. Viene confermato il no allo Skymetro che noi avevamo chiesto di togliere, confermando di fatto i conti tracciati nella conferenza stampa dei cento giorni, in cui Genova, con questa amministrazione, ha già perso 5 milioni al giorno. Abbiamo chiesto di inserire la parola "visione" all'inizio di queste linee programmatiche, anche questa negata, perché una visione non c'è. E al posto di una visione troviamo solo tante incongruenze e contraddizioni. Si vuole una città dei 15 minuti ma si dice no allo Skymetro, persino alla Gronda che evidentemente non si può far digerire a una parte di maggioranza".
E poi ancora: "Vogliono ridurre gli affitti ma non abbassare l'Imu, si parla di comunità ma si rifiuta anche la valorizzazione e implementazione del maggiordomo di quartiere: in questo senso abbiamo presentato emendamento propositivo, ma probabilmente il progetto è stato scartato a priori perché ideato dal centrodestra. Si spendono pagine sulle politiche giovanili ma non si vuole riconoscere il valore e la convinta partecipazione a un progetto come Orientamenti e neppure costruire un piano territoriale dei fabbisogni professionali dei giovani a cui però si vogliono dedicare spazi per il consumo sicuro di sostanze stupefacenti (passaggio di cui avevamo chiesto l'eliminazione, d'accordo invece a tutte le politiche di prevenzione). La giunta si professa a favore della difesa delle donne ma rigetta il fondo per la tutela legale delle vittime del web, la nuova forma di violenza, cosi come si dice no al garante digitale. L'elenco dei no sarebbe lunghissimo. La parte che condividiamo è il passaggio iniziale, quello di una Genova basata sull'antifascismo. Questo è e dovrebbe essere il punto comune, valore di tutti senza pretese di una superiorità morale emersa anche nel dibattito di oggi. Antifascismo significa confronto democratico. Oggi quel confronto è stato negato su un episodio grave, come le frasi pronunciate in aula la settimana scorsa. Non sono stati accolti emendamenti di colleghi che chiedevano di condannare ogni forma di autoritarismo, e non è stato preso l'impegno che chiedevamo in un ordine del giorno di ripristinare la targa di Norma Cossetto, girata a testa in giù. Un'occasione persa su cui non abbiamo voluto polemizzare. Non siamo noi ad alzare i toni, ritenendo importante parlare di valori ma anche di azioni concrete, andando nella discussione di merito di questo programma: risposte e azioni che abbiamo chiesto con tanti emendamenti ma che ancora non si prospettano perché le divisioni interne alla maggioranza impediscono di prendere impegni per una vera visione di Genova”.
Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsApp, Facebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook
IL COMMENTO
Comuni e Regioni, scelte dolorose senza una vera spending review
Bocciato il tunnel claustrofobico meglio aggiustare la Genova anni ‘70