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di Giorgia Fabiocchi
L'aula del consiglio regionale della Liguria

Il consiglio regionale della Liguria ha approvato il Fondo strategico regionale “Investimenti infrastrutturali pubblici”, già esaminato nella I Commissione, nella seduta del 30 giugno 2025. Il provvedimento ha ricevuto il suo disco verde con 16 voti favorevoli e 12 contrari. Si tratta del programma triennale per il periodo 2025-2027.  Il documento prevede in totale 79 interventi nelle quattro province liguri per i settori ambiente, infrastrutture e trasporti, riqualificazione ed edilizia, cultura, sport, informatica, turismo, entroterra, sviluppo economico. 

Che cosa comporta il Fondo strategico regionale

Il Fondo strategico regionale è destinato a interventi di supporto finanziario a favore di imprese e investimenti infrastrutturali, che fanno riferimento a vari settori specifici. Si interviene infatti su più fronti: risanamento idrogeologico e interventi di conservazione del territorio, bonifiche e riqualificazione ambientale e paesaggistica, risanamento della qualità dell’aria, riqualificazione del territorio e dei centri urbani, interventi sulle infrastrutture e opere pubbliche, turismo, innovazione, formazione. A questi si aggiungono operazioni di ricapitalizzazione di società in house della Regione, opere per la difesa della costa, interventi di tutela e promozione delle aree protette regionali, interventi per la transizione ecologica, energie rinnovabili ed efficienza energetica. La richiesta è quella di chiedere ulteriori interventi economici nei limiti degli stanziamenti di bilancio e secondo i cronoprogrammi di esigibilità presentati dai proponenti. Si chiede inoltre di prevedere che gli interventi ricompresi nel programma siano finanziati nei limiti degli stanziamenti di bilancio e secondo i cronoprogrammi di esigibilità presentati dai proponenti. La maggioranza ha difeso compattamente il provvedimento amministrativo presentato in commissione e votato da tutto il centrodestra. All’attacco invece il centrosinistra, che ha definito il fondo strategico una “marchetta”, “lista della spesa”.

Il centrodestra difende il provvedimento

 "Dal 2017 sono stati investiti oltre 400 milioni di euro sul territorio con più di 500 interventi - ha spiegato in aula l'assessore a Urbanistica e Rigenerazione Urbana Marco Scajola -, il Fondo Strategico è intervenuto laddove ci sono state delle mancanze a livello nazionale, sta aiutando questa amministrazione e quelle che verranno perché tutti lo utilizzeranno per cambiare il volto della Liguria anche per temi di emergenza. Ha aiutato i piccoli Comuni ad avere finanziamenti che non avrebbero mai avuto". "Il Fondo strategico serve per programmi di visione e per recuperare gli interventi che non hanno trovato spazio all'interno dei programmi di Protezione civile" commenta anche Giacomo Giampedrone, assessore alla Protezione civile di Regione Liguria. 

Le parole del presidente Bucci

"Abbiamo distribuito circa 104 milioni di euro con il fondo strategico. Quella dell'opposizione è stata una polemica molto sterile, risulta per me difficile comprendere quale sia la logica degli interventi della minoranza. La cosa positiva è che è stato approvato. L'accusa di mancanza di visione strategica denota il fatto che non è stato letto il provvedimento: o è cattiva conoscenza o solo voglia di fare polemica sterile. Fondamentale per accedere al finanziamento del fondo strategico è che il progetto sia esecutivo, cioè che possa andare a gara il giorno dopo, e che i lavori possano partire entro l'anno".

La posizione del gruppo Pd

"Il piano presentato dalla giunta per l'utilizzo del Fondo Strategico Regionale è poco trasparente: non si capisce quanti milioni sono disponibili, quanti sono stati vincolati e quanti sono da allocare, soprattutto non è chiaro quali criteri siano stati utilizzati per stabilire la necessità di alcuni interventi e non altri. Ci siamo abituati, il Fondo Strategico Regionale è diventato un bancomat nelle mani della giunta, che lo usa per finanziare interventi scelti con criteri poco trasparenti, spesso sulla base di rapporti diretti con alcuni Comuni e non con una visione regionale. La testimonianza sta nella distribuzione dei fondi, che premia enormemente il ponente della regione a discapito soprattutto della Città Metropolitana di Genova e della provincia della Spezia. Da strumento di coesione il Fondo si trasforma in un elemento di disparità, almeno sulla carta perché mancando i cronoprogrammi e i dettagli finanziari delle opere non è nemmeno detto che si riesca ad attuare quanto previsto. Noi da tempo avanziamo alcune proposte: bandi pubblici e selezione trasparente dei progetti, sulla base di criteri oggettivi, di qualità progettuale, impatto territoriale e capacità di fare rete tra Comuni; un’attenzione reale e vincolante all’entroterra e ai piccoli Comuni, dove almeno il 20% delle risorse, come previsto dalla normativa, deve essere destinato a Comuni sotto i 5.000 abitanti e aree interne, non per gentile concessione della Giunta ma come diritto garantito; un vero processo di programmazione triennale, in cui la Giunta discuta in Aula con il Consiglio le priorità strategiche per i prossimi tre anni e non un passaggio meramente ratificativo su un elenco già chiuso e cucinato altrove; un cronoprogramma allegato a ogni intervento, che indichi tempi, fasi, soggetti attuatori e coperture finanziarie. Bisogna smettere con gli annunci vuoti: la Liguria ha bisogno di una crescita che sia giusta, equilibrata, e ben governata. Non di liste marchette mascherate da piani triennali".

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