
A sette mesi dall'assemblea costituente voluta da Giuseppe Conte in cui il Movimento Cinque Stelle dipartiva ufficialmente dal suo fondatore che fino ad allora vestiva il ruolo di "garante" del partito, Beppe Grillo fa ripartire la battaglia legale sul simbolo. La conferma arriva da fonti vicine a Grillo. Attualmente, quindi, di fatto Grillo non fa parte del M5s guidato da Giuseppe Conte. "Vedere questo simbolo rappresentato da queste persone mi dà un senso di disagio - fu il commento di Grillo all'esito della Costituente - Fatevi un altro simbolo. Il Movimento è stramorto, ma l'humus che c'è dentro no". Fra le scelte contestate da Grillo anche l'abolizione del limite di due mandati.
L'azione legale riguarda "la titolarità del diritto di utilizzo del nome e del contrassegno del partito"
L'azione legale che Beppe Grillo ha intenzione di intraprendere per riappropriarsi del nome e del simbolo con le 5 stelle "riguarda non tanto questioni di marchi, quanto la titolarità del diritto di utilizzo del nome e del contrassegno del partito, già oggetto di accertamento da parte della Corte d'appello di Genova del 2021, in cui si spiegava che il nome e il simbolo dei pentastellati sono di Grillo". A dirlo all'Adnkronos è Lorenzo Borrè, storico avvocato dei dissidenti pentastellati.
"L'azione legale - spiega ancora l'avvocato, che pure non è stato incaricato dall'ex garante e co-fondatore del M5s -, dovrebbe portare all'inibizione dell'uso del nome e del simbolo da parte di Giuseppe Conte e del partito di cui questi è presidente". Nel merito, aggiunge, "esistono tre diverse, seppur omonime, associazioni, ma proprio la Corte d'appello di Genova, all'esito di un'azione proposta dal curatore originale del simbolo, ha dichiarato che Grillo è l'unico titolare del diritto di utilizzo del contrassegno e del nome Movimento 5 stelle". "Se così non fosse - conclude Borrè -, non si spiegherebbe il contratto di manleva".
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IL COMMENTO
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