
Sala del Cap di via Albertazzi gremita stamane per il saluto laico a Stefano Kovac, segretario ligure dell'Arci morto il 28 novembre dopo una lunga malattia e da sempre anima dell'associazionismo di Genova e della Liguria e in prima fila nell'accoglienza alle persone in difficoltà e al sostegno dei rifugiati delle guerre sin dai tempi dai conflitti nei Balcani, zona di cui Stefano era originario.
Due progetti per aiutare ancora, ecco la sua eredità
In centinaia stamane si sono strette alla famiglia, alla moglie Silvia Melloni e ai due figli Davide e Irene che hanno fatto leggere ai fidanzati un ricordo scritto del papà. Una famiglia ora impegnata a promuovere gli ultimi due progetti avviati da Stefano, la raccolta fondi per l’accoglienza di piccoli pazienti oncologici o delle loro famiglie e l’attività di una cooperativa agricola di Srebrenica che dal 2003 promuove il lavoro di donne serbe e bosniache attraverso la produzione di confetture di frutti di bosco.
Un militante lucido e appassionato
Nella sala mentre scorrevano le mille immagini dell'intensa vita di Stefano un'infinità di interventi, i familiari, gli amici, che hanno raccontato singhiozzando commossi la grande generosità e l'altruismo, oltre alla preparazione politica e l'innata lucidità di Stefano, capace di trovare sempre una soluzione a ogni problema.
La musica impegnata della Casa del Vento
Un saluto laico a cui non poteva mancare la musica dal vivo de “La Casa del Vento”, band di Arezzo che Kovac aveva sempre amato e stimato. La musica, una delle passioni di Stefano, come la cucina, perché lui era quasi onnisciente, di grande cultura e capacità, "riconosceva ogni pianta e ogni fungo ed era anche un ottimo cuoco", è stato detto in sala.Il grazie dalla sindaca Salis
Significativo l'intervento della sindaca di Genova Silvia Salis: "salutiamo Stefano Kovac con la gratitudine che si deve a chi ha fatto tanto per la cultura di questa città, per la cultura dell'accoglienza, della pace, a chi ha saputo vedere gli ultimi e ha fatto sentire visti i più fragili". "Ho avuto l'onore di incontrarlo e di condividere con lui una parte importante del mio cammino politico - ha aggiunto Salis - e ho apprezzato il modo diretto con cui mi diceva che cosa bisognava fare per questa città, quanto stavano aumentando povertà e disagio sociale e quanto fosse necessario vedere questo disagio, non nasconderlo o respingerlo. Il mondo dell'associazionismo saprà portare avanti la sua eredità: le personalità come Stefano non si perdono, ma continuano a esistere nel lavoro che facciamo tutti i giorni. E, anche per questo, lo ricorderemo in consiglio comunale". La sindaca ha concluso con un ricordo personale: “Ho perso mio papà da poco e vedere i suoi figli, oggi, sorridere tra le lacrime, mi ha ricordato che quando si riesce a sorridere anche piangendo, vuol dire che si ha avuto un grande papà”.Dal G8 del 2001 al rifugio Malga Zanoni
Presenti fra i tanti esponenti dell'associazionismo anche molti politici, fra cui i vertici del Pd e il segretario della Cgil genovese Igor Magni, e poi il presidente nazionale di Arci, Walter Massa, amico fraterno di Stefano, con cui ha condiviso la creazione del rifugio Malga Zanoni, nei monti di Borzonasca, uno dei luoghi del cuore di entrambi.Il centenario partigiano "Giotto" Giordano Bruschi ha invece salutato Kovac con un video messaggio in cui ha ricordato le iniziative legate al social mondiale degli anni Duemila quando Stefano decise di fare venire a Genova invece che a Milano il sindaco di Porto Alegre, l'organizzatore del forum sociale mondiale e a cui mise a disposizione la sede dell'Arci di via XX Settembre, e quello fu l'inizio di tutta l'attività sociale mondiale, "Kovac organizzò decine di dibattiti a Punta Vagno in seno al G8 di Genova".
Capace di ricucire e trovare soluzioni
Di questo ha parlato anche Domenico Chionetti, Megu, il portavoce della Comunità di San Benedetto al Porto di Don Andrea Gallo che ha ricordato che Stefano mise la firma su tutte le sedi della logistica del Genoa Social Forum del G8, "un organizzatore, Kovac, capace di ricucire e rassicurare, anche se il Don lo chiamava Kovax, con la x finale".Il funerale laico di Stefano si è inevitabilmente chiuso, prima di un buffet, come sarebbe piaciuto a Kovac, con la musica, con Bella Ciao cantata del duo della "Casa del Vento" e intonata da tutti i presenti, l'ultimo saluto a un familiare e un amico che non c'è più, eppure stamane ancora così presente nella sala del Cap.
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