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Si vota l'8 e il 9 giugno, i quesiti verranno abrogati solo se verrà superato il quorum del 50%+1
5 minuti e 19 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi



Domenica 8 e lunedì 9 giugno gli italiani sono chiamati alle urne per il Referendum 2025: cinque i quesiti, di cui quattro relativi al Lavoro e uno alla Cittadinanza. Un voto che sta facendo discutere, con una parte di politica che invoca all'astensionismo (Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia), una che spinge per il "sì" (Pd, Avs e Mov5s), altri partiti ancora per il "no" (Noi Moderati) e altri ancora che si dividono tra alcuni "sì" e alcuni "no" (Italia Viva e Azione). Uno degli snodi fondamentali per i referendum è il raggiungimento del quorum, 50%+1. Solo così i cinque quesiti verrebbero abrogati.

I motivi del "sì" al Lavoro

A promuovere il referendum la Cgil, con i suoi quattro sì al lavoro e il sì anche alla cittadinanza. "Il referendum ha una sua specificità, non si devi delegare qualcuno a decidere per te, come avviene nelle elezioni normali, che hanno contribuito all'abbassamento della credibilità della politica - commenta a Primocanale il segretario generale della Cgil Liguria Maurizio Calà -. Negli ultimi 20/25 anni non è stata tenera, se i salari sono a quel livello, se muoiono mille persone, la politica ha la sua responsabilità. Se si va a votare, dal giorno viene abrogata una legge, che poi viene attivata".

Il primo quesito

Il primo quesito propone l'abrogazione dell'articolo che nel Jobs Act del 2015 ha limitato il diritto al reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa. Attualmente, nella maggior parte dei casi, il licenziamento illegittimo comporta solo un'indennità economica. Il referendum chiede di ristabilire la possibilità di tornare al proprio posto di lavoro in caso di licenziamento ingiustificato.
"Stiamo parlando dei licenziamenti illegittimi, per motivi economici o disciplinari - spiega Maurizio Calà -. Se ti hanno licenziato per una causa non giusta, è importante essere reintegrati. Il lavoratore deve decidere se essere rientrare o no. Con il job act si danno dei soldi e la si chiude lì, noi crediamo che ci debba essere il diritto alla dignità, all'illegittimità. O riportiamo le persone a scegliere sul loro destino, o diciamo alla politica di occuparsi dei problemi della gente".

Il secondo quesito

Il secondo quesito si riferisce alle aziende con meno di 15 dipendenti. Attualmente, in questi casi, anche un licenziamento illegittimo può essere sanzionato con un indennizzo massimo molto contenuto. Il referendum vuole abrogare questa soglia, restituendo ai giudici la piena discrezionalità nella determinazione dell'indennità. Obiettivo: rafforzare il principio di equità tra lavoratori.
"Esistono società con pochi lavoratori che fatturano decine di migliaia di euro, se licenzi un padre di famiglia con quattro figli significa che il lavoro è diventato merce e la politica italiana è diventato merce - incalza Calà -. Le imprese non stanno in piedi, l'Italia è ricca perché i lavoratori producono ricchezza, non perché ci sono gli imprenditori".

Il terzo quesito

Il terzo quesito punta vuole invece limitare l'uso dei contratti a termine senza giustificazione. Le normative attuali permettono a un datore di lavoro di assumere con contratto a termine anche senza indicare una causale specifica. Il quesito vuole abrogare questa facoltà e riportare il principio della necessità di una motivazione precisa per il contratto non a tempo indeterminato.
"In Liguria la cosa che sta succedendo è che l'88% delle nuove assunzioni ogni anno sono precarie, di questi il 35% dei nuovi assunti sono a tempo determinato - spiega il segretario generale della Cgil Liguria -. La questione è questa: se tu al posto di fare l'indeterminato fai il determinato, devi avere una causale. Non essendo così, ripetono sempre il tempo determinato, se mi metto in malattia il datore di lavoro può non rinnovarmi il contratto. Ci sono lavori che hanno bisogno di contratti determinati, come chi lavora d'estate in spiaggia, ma c'è causale, noi siamo per ripristinarla".

Il quarto quesito

Questo quesito riguarda la responsabilità del committente nei casi di infortunio nei luoghi di lavoro affidati in appalto o subappalto. Attualmente, le norme limitano questa responsabilità, ma l'obiettivo del referendum è reintrodurre la responsabilità solidale. Così facendo si renderebbero i committenti corresponsabili in caso di mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte degli appaltatori.
"Lo stato dà in subappalto un appalto, lo dà a meno soldi, e si crea una catena, ma scarica sul salario, con lo sfruttamento delle ore di lavoro e la sicurezza, perché la sicurezza costa - conclude Maurizio Calà -. L'ultimo piccolo imprenditore fa lo sfruttatore e anche lui è vittima di questo meccanismo, è quello che pagherà, ma le grandi aziende e lo stato non pagheranno mai. Se nn controlli livelli di sicurezza di quel cantiere, devi pagare. È un referendum che lavora più di prevenzione, le aziende devono capire che è bene che spendano qualche soldo in più ma che diano garanzia alle persone. Un dato un chiusura: da gennaio 2024 a marzo 2025 in Liguria sono morte 31 persone, in Italia 1300 persone. È una strage".

Gli eventi di promozione della Cgil

Nell'ambito del Che Festival a cura di Music For Peace, si terrà martedì 3 giugno 2025 alle 18.30 l'incontro pubblico dal titolo "La parola ai diritti: verso i referendum", in programma in via Balleydier 60 a Genova. Un'occasione per approfondire i contenuti dei cinque referendum contro il lavoro precario, per il reintegro nei licenziamenti illegittimi, per salute e sicurezza sul lavoro, per l'ampliamento dei diritti per chi lavora negli appalti e per un modello di cittadinanza più inclusivo. All'incontro parteciperà anche la neo sindaca di Genova Silvia Salis. Insieme a Igor Magni segretario generale Cgil Genova, porteranno il loro contributo alla discussione Alba Lala, Vicepresidente CoNNGI (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane), Stefano Kovac, presidente Arci Liguria e Massimo Bisca, presidente Anpi Genova. Sempre martedì 3 giugno alle 21, la Sala Mercato del Teatro Modena ospiterà il "Concerto narrativo a sostegno dei referendum dell’8 e 9 giugno". Promosso dallo Spi Cgil, l'evento propone un viaggio musicale e narrativo con l'Esperanto Project, composto da Luca Falomi (chitarra), Riccardo Barbera (contrabbasso), Rodolfo Cervetto (batteria) e Stefano Bergamaschi (tromba), con la partecipazione straordinaria di Paolo Bonfanti. La campagna referendaria nel Ponente genovese si chiuderà mercoledì 4 giugno alle 17 al Teatro del Ponente in Piazza Odicini a Voltri. L'iniziativa, organizzata dal Comitato referendario per il Lavoro 2025 e lo Spi Cgil Genova, si aprirà con l’incontro pubblico “Le ragioni del Referendum”, dove Fulvio Fammoni illustrerà le motivazioni e gli obiettivi dei quesiti referendari su lavoro e cittadinanza.

Maurizio CalàIl segretario generale della Cgil Liguria

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