Politica

La senatrice: "Sono convinta che potrebbe esserci anche uno spazio politico per posizioni che non solo ideologiche ma che sono molto civiche e che una forza politica come la mia è anche in grado di interpretare"
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di Matteo Angeli

"Se mi chiede se sono pronta a candidarmi sindaco le dico di no, ma se mi chiede se questo può essere un desiderio su cui ragionare le rispondo di sì: è un grande sogno". La senatrice di Italia Viva Raffaella Paita esce a sorpresa con questa frase che può in qualche modo sparigliare le carte in vista delle prossime elezioni amministrative di Genova.

L'intervista a Primocanale

"Avrei desiderato fare il presidente della Regione nel 2015 e, se non ci fosse stato Cofferati e un'inchiesta poi finita con la mia completa assoluzione sulla vicenda dell’alluvione, probabilmente ci sarei anche riuscita - spiega Paita a Primocanale - è chiaro il mio amore per questo territorio, il desiderio di dare una mano, provare a far parlare di Genova nel mondo, perché è una città meravigliosa dal punto di vista culturale che può offrire occasioni straordinarie. È una città che ha una proiezione naturale sul Mediterraneo e quindi può assolvere una funzione di dialogo e di crescita nel campo portuale e nel campo dell'impresa. Credo che questo territorio possa diventare qualcosa di estremamente ammirato nel mondo. Tante cose sono state fatte, molte devono ancora esser fatte. Sono convinta che potrebbe esserci anche uno spazio politico per posizioni che non solo ideologiche, ma che sono molto civiche e che una forza politica come la mia è anche in grado di interpretare. Noi abbiamo fatto una scelta nazionale molto chiara, vicina al centrosinistra, ma in campo locale penso che dovremo mettere sul tappeto i programmi e scegliere i candidati con i programmi migliori e io su Genova qualche idea la ho...".

Secondo lei il suo eventuale competitor per il centrodestra sarà davvero Piciocchi?

"Non so giudicare quello che sceglierà il centrodestra, così come guardo al centrosinistra che mi pare brancoli nel buio. A Piciocchi auguro buon lavoro per il compito che lo aspetta in questi mesi ed è persona seria, come ci sono persone serie dall'altra parte. Però io sto già pensando ai programmi, perché a Genova serve un salto di qualità: Genova ha fatto cose enormi sul piano infrastrutturali ma che deve fare un salto in avanti nella riconoscibilità del suo territorio in Italia e all'estero. Deve diventare una grande Genova e avere una funzione fondamentale nel Paese".

In questi giorni si parla molto della nomina del presidente dell'Autorità Portuale. Lei che idea ha?

"C'è urgenza di dare stabilità al governo del porto. Buon lavoro e grazie all'ammiraglio che sta lavorando per lo scalo di Genova ma c'è l'esigenza di dare una continuità e sollecitare una rapidità nell'individuazione delle persone giuste che possano mettere fine a questo periodo di emergenza. Non mi preoccupa dover aspettare fino a febbraio, ma mi chiedo perché il governo continui ad annunciare come imminente la legge delega di riforma del sistema portuale. Siamo sicuri che serva davvero? Basta annunci ai convegni, se avete proposte concrete venite in Parlamento con uno straccio di testo e ne discutiamo".