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Alla protesta organizzata dal presidente del Municipio V Federico Romeo oltre agli abitanti di Begato ci sono comitati di Certosa e Rivarolo e i rappresentanti di tante comunità
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GENOVA - Tutta la Valpolcevera si riunisce per dire no ai container a Begato, posizionati nell'area dell'ex circolo Arci di via Cambiaso per ospitare una trentina di minori non accompagnati. Alla protesta organizzata dal presidente del Municipio V Federico Romeo oltre agli abitanti di Begato ci sono comitati di Certosa e Rivarolo e i rappresentanti di tante comunità.

La Valpolcevera ha sempre dato accoglienza quando è stata fatta richiesta - dichiara il presidente Romeo -. Però vogliamo che sia accoglienza fatta come si deve, con professionalità, non con una cooperativa che non l’ha mai fatta. La nostra comunità deve essere unita nel chiedere dignità per questi ragazzi e per noi stessi”.

Fa eco a Romeo il consigliere regionale del Partito Democratico Armando Sanna, che chiede dignità e accusa la maggioranza in comune di essersi esposta sul tema solo dopo le pressioni dei cittadini. “Se non fosse stato per queste azioni forse nessuno si sarebbe accorto di cosa stava succedendo - ha dichiarato -, questa è la dimostrazione di cosa può fare un territorio unito”.

I presenti erano almeno 330 come le firme raccolte per fermare l’operazione, anche se il Comune questa mattina dopo un incontro coi cittadini ha dichiarato che manca ancora l’autorizzazione all’apertura di un centro per minori nei container, ipotesi che però non è stata negata.

”Tutto si è mosso per la mancanza di informazioni: li abbiamo visti lavorare di notte ma non sapevamo nulla e ci siamo attivati per chiedere spiegazioni” dichiara Federico Razzauti, uno degli abitanti di via Cambiaso che ha partecipato alle proteste notturne degli ultimi giorni. “Queste sistemazioni non corrispondono al nostro ideale di accoglienza, i moduli sono estremamente piccoli e posizionati in un’area dalla dubbia sicurezza”.

”Dobbiami migliorare nell’accoglienza, capire che è una situazione umana - dichiara una cittadina -. Dobbiamo aprire le nostre menti e i nostri cuori per accogliere bene, in condizioni accettabili”.

”La prima preoccupazione è per il quartiere - confida un abitante di Begato -, le cose mal gestite spaventano tutti per la sicurezza. In secondo luogo però vorremmo un’accoglienza dignitosa per questi bambini, non possiamo girargli le spalle e far finta di nulla”.

”L’installazione dei container non piace a nessuno - racconta un’altra cittadina -. Mi sono inserita in questa vallata quarant’anni fa, anch’io sono un’oriunda ma di Brescia - dice sorridendo -. C’è un sistema di accoglienza importante qui, mi sono trovata sempre bene con tutti. Dà fastidio che persone, per di più ragazzi, non si sa cosa faranno, ci sarà qualcuno che li assiste, che li guida, che li aiuta? Siamo preoccupati per i ragazzi”.

”Vogliamo sapere come verranno inseriti questi ragazzi - spiega Elena -, che rischiano di venire parcheggiati qui e abbandonati. Noi da anni viviamo insieme a tanti immigrati, l’immigrazione non è mai stata un problema. La nostra domanda al sindaco è: che fine faranno questi ragazzi?”