Politica

3 minuti e 5 secondi di lettura

Rinviato al 16 febbraio il processo "Ruby ter", dopo un accordo tra i difensori dell'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il collegio giudicante presieduto da Marco Tremolada.

La Corte ha deciso di aggiornare la seduta tra quasi un mese, dopo aver avuto rassicurazioni dal legale dell'ex premier, Federico Cecconi, che in due udienze, il 16 e il 23 febbraio, riuscira' a completare l'esame dei propri testimoni. A chiedere il rinvio era stata la difesa del Cavaliere, facendo riferimento alla situazione pandemica, che crea difficolta' nel citare i testi, e facendo presente anche che la prossima settimana sono previste le sedute per l'elezione del presidente della Repubblica.

La difesa del Cavaliere, infatti, aveva spiegato nella scorsa udienza che avrebbe impiegato "5, 6 udienze" per concludere la fase dei propri testi, ma i giudici hanno chiesto a Cecconi se potrebbe riuscire a terminarla in due udienze, tra il 16 e il 23 febbraio, e il legale ha acconsentito, chiarendo che probabilmente servirà soltanto un'udienza in più per i propri consulenti. A marzo, poi, dovrebbero iniziare a deporre anche i testi delle altre difese. A questo punto allora il collegio ha deciso, "tenuto conto del risultato dell'udienza odierna" - per la quale erano stati citati 8 testi ma solo uno si e' presentato anche a causa della pandemia - di rinviare il processo tra circa un mese.

Nel corso dell'udienza un testimone della difesa di Berlusconi, Roberto Sileno, ex coordinatore della vigilanza di sicurezza a Villa San Martino ha raccontato in aula che Giovanna Rigato, una delle ospiti delle serate ad Arcore, aveva chiesto all'ex presidente un milione di euro. Il teste, infatti, ha spiegato che fra le tante persone - "soprattutto ragazze" - che ogni giorno si presentavano davanti alla villa chiedendo di incontrare Berlusconi, una domenica pomeriggio della primavera del 2017 era arrivata anche lei insieme a un uomo, dicendo di dover consegnare un foglio al presidente. "Il biglietto dava coordinate bancarie - ha spiegato l'ex vigilante - e faceva una certa richiesta di denaro i cui pagamenti dovevano essere effettuati su un conto corrente in Inghilterra. La ragazza ha detto che il pagamento doveva essere fatto entro sette giorni". Come ha poi aggiunto il testimone, si trattava del versamento di un milione di euro spalmato su sette anni. Secondo la testimonianza di Sileno, erano sempre moltissime le persone che si presentavano davanti alla villa, "spesso insistenti". Con le ragazze, inoltre, "era difficoltoso perche' a volte diventavano verbalmente aggressive" ha aggiunto. L'ex addetto alla sicurezza ha poi spiegato che solitamente cercavano di farle desistere dicendo che il presidente non c'era e che sarebbero dovute presentarsi solo su appuntamento. La Rigato, oltre che nel Ruby ter, è imputata anche a Monza per tentata estorsione in un processo in corso nel quale Berlusconi e' parte civile, dopo aver denunciato il presunto ricatto.

Nella sua deposizione l'ex capo (fino all'autunno 2017) delle guardie della residenza del leader di FI ha spiegato che molte "persone in difficoltà", soprattutto economica, si presentavano fuori dalla villa e ha ricordato anche "la più particolare delle situazioni: un imprenditore sardo che ha cercato di darsi fuoco davanti alla residenza". Il "presidente", ha spiegato il teste, "indirettamente si interessò" del caso, "la sua assistente riuscì ad avere il numero della famiglia, disse alla moglie che qualsiasi bisogno avesse poteva contare sul presidente, ma le ha detto di non divulgare la cosa, perché Berlusconi è una persona generosa, ma non voleva che altri compissero gesti simili, se in difficoltà". Il leader di FI "si è preso a cuore questa persona e l'ha aiutata a livello imprenditoriale con suggerimenti e con un aiuto economico e poi ho visto quest'uomo con la famiglia a Villa Certosa dopo un anno e mezzo, quando lui e la famiglia sono venuti a ringraziare il presidente".