GENOVA - Una storia d'amore durata pochi mesi quella tra l'economista Carlo Cottarelli e il Partito democratico, a trazione Elly Schlein. E allora proprio nelle scorse ore è arrivato l'annuncio del senatore: "Lascio il Senato e il Pd per un nuovo incarico alla Cattolica". Insomma, apparentemente un nuovo impegno, "incompatibile" come definito dallo stesso Cottarelli, con la carica istituzionale. Politicamente invece una presa di distanza dai dem, "troppo di sinistra" per l'ala più moderata che faceva fede agli ex renziani e agli attuali bonacciniani. Ma partiamo dal ruolo: l'Università Cattolica, nella quale aveva già istituito e diretto l'Osservatorio Conti pubblici, gli ha chiesto di dirigere un programma per l'educazione alle scienze sociali ed economiche rivolte agli studenti delle scuole superiori.
E l'ex commissario di governo alla spending review ha deciso di accettare, tornando alle origini, da dove negli anni aveva incominciato la propria carriera: l'università e l'insegnamento. "Questa offerta è stata decisiva per lasciare l'aula del Parlamento - ha commentato Carlo Cottarelli, oggi in visita all'Università di Genova per una lezione su "Tra economia, politica e comunicazione" -, credo possa funzionare molto bene e credo possa essere utile al Paese. Faremo circa 200 visite all'anno, dipende dai finanziamenti, anche se tutti parteciperemo gratis. Ci rimborseranno il biglietto del treno (ride ndr)".
Carlo Cottarelli ha ammesso, con molta discrezione e garbo (doti che lo hanno sempre contraddistinto in questi anni di vita pubblica ndr), che certamente tra i motivi che lo hanno convinto a lasciare il ruolo di senatore c'è anche "lo spostamento del Partito democratico, un po' più lontano dai valori liberal democratici". L'economista ha poi spiegato perché non ha cambiato gruppo parlamentare: "Secondo me sarebbe stato sbagliato, mi hanno eletto nel plurinominale, hanno votato il simbolo del Pd, ed è giusto che io sia sostituito da un altro esponente del Partito democratico, ovvero la prima non in lista". Insomma, un gesto che spesso, nella politica italiana, non siamo abituati a vedere, con i numerosi cambi di casacca durante la durata delle legislature.
Cosa non l'ha convita di Elly Schlein, quali punti del suo programma e della sua politica non gli sono piaciuti?
"Non è questione di non essere convinto da lei, io stimo molto Elly Schlein e credo che dal suo punto di vista stia facendo la cosa giusta, è chiaro però che c'è stato uno spostamento a sinistra del Pd, lontano dai valori liberal democratici. Ma d'altronde c'è stata una scelta tra Bonaccini e Schlein, le primarie le hanno fatte apposta. Ripeto, c'è stato uno spostamento ed è giusto che il Pd abbia un'indicazione politica chiara, che paga anche a livello elettorale. Io però mi sono chiesto, cosa ci faccio qui? Io penso che lei stia facendo la cosa giusta e che dia un messaggio più netto rispetto a quello che è stato fatto negli ultimi anni".
Si avvicinerà al Terzo Polo, quello che al momento è rimasto del Terzo Polo, o comunque verso Italia Viva o Azione?
"Io adesso esco dal Partito democratico e dal Senato e faccio questa bella iniziativa, se volevo stare con il Terzo Polo potevo farlo, bastava cambiare casacca. Questo vuol dire che non mi occuperò più di politica? No, non sarà così di certo, io continuerò a occuparmene, le mie idee rimangono e non escludo che ci possano essere altre occasioni, ma al momento questo non è il mio piano".
A chi lo incalza sulla scelta di aver lasciato solo dopo pochi mesi il ruolo di senatore e il Partito democratico, Carlo Cottarelli risponde così: "Un tempo sarebbe stato più comune cambiare casacca, adesso invece ha fatto più scalpore io ad aver dato le dimissioni, ma non critico gli altri, dico solo che in questo momento è stato giusto così, ho sentito che era la cosa migliore".
IL COMMENTO
Cuocolo, la dimostrazione che a Genova i "giovani" possono fare bene
Il senso civico di Besi