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In consiglio comunale via libera alla misura con 22 voti favorevoli, 15 contrari e un astenuto. Il sindaco: "Quando ci sono i cantieri e il debito diminuisce vuol dire avere una città che guarda al futuro"
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GENOVA - "La città è in crescita, quando ci sono i cantieri e il debito diminuisce vuol dire avere una città che guarda al futuro" così il sindaco di Genova Marco Bucci durante il consiglio comunale a Palazzo Tursi poco prima del voto per l'approvazione del bilancio di previsione 2023-2025. Alla fine è arrivato il via libera da parte del consiglio comunale con 22 voti favorevoli, 15 contrari e un astenuto.

Voto favorevole di Vince Genova, Fdi, Lega, Forza Italia, Liguria Al Centro, Genova Domani, il no di Pd, rossoverdi, Genova Civica e M5s, e l'astensione di Uniti per la Costituzione. Si tratta di 907 milioni di euro di parte corrente (lo scorso anno erano 840 milioni) con 1 miliardo e 30 milioni di debito (ridotto rispetto al miliardo e 181 milioni di fine 2021).

Un consiglio comunale teso dove non sono mancate polemiche e toni accesi. Il sindaco ha ringraziato il lavoro della giunta, del vicesindaco, degli uffici e della maggioranza, poi la stoccata all'opposizione: "Dicono che sia di destra, non lo so. Boh, a volte so che quando parlo sono più a sinistra io di quelli del Pd, ma succede spesso" a quel punto brusio e polemiche in Aula rossa con il primo cittadino che ha proseguito: "Lo dicono i sindacati, lo dicono tutti, ma non me ne faccio un vanto, dico che fare queste affermazioni dimostra solo di essere ancorati ai sistemi del passato. Noi oggi siamo diversi e mi fa piacere che lo capiate. La città non è più condizionata da un modo ideologico ma andiamo sui fatti"


Oltre 650 milioni di euro in nuovi investimenti di opere pubbliche, tra cui 40 milioni per l’edilizia scolastica e 30 di messa in sicurezza del territorio. Nel bilancio sono previste operazioni di rigenerazione urbana che riguardano, in particolare, il centro storico, il waterfront di levante, il quartiere di Sampierdarena, le zone del ponente come Pra' Palmaro, e opere come la nuova passeggiata a mare di Voltri, la riqualificazione dello Stadio Carlini, la valorizzazione del sistema dei forti e della sentieristica cittadina, le nuove infrastrutture di mobilità. Sul tema delle manutenzioni messi a bilancio oltre 230 milioni di euro preventivati, tra manutenzioni diffuse sul territorio e interventi puntuali. Aumenta di quasi 20 milioni di euro la dotazione della spesa sociale.

"Anche quest’anno il Comune di Genova è tra le poche città italiane che arriva puntuale alla scadenza del bilancio preventivo – dichiara il vicesindaco e assessore al Bilancio Pietro Piciocchi – e di questo sento anzitutto il dovere di ringraziare i nostri uffici per lo straordinario lavoro che hanno svolto. In questo bilancio osserviamo la città del futuro con un volume di investimenti in opere pubbliche che non ha precedenti e che è destinato a cambiare il volto di Genova nella direzione di una maggiore vivibilità, di una più elevata sostenibilità, di una maggiore diffusione e cura del verde cittadino, di un netto miglioramento dell’impiantistica sportiva e degli spazi di socialità. Mi piace anche ricordare – conclude Piciocchi - gli sforzi enormi per la riduzione e il contenimento del debito, per il mantenimento dei tempi di pagamento ai fornitori che risulta sotto i 20 giorni, per la lotta all’evasione fiscale, tutti parametri il bilancio del Comune di Genova è considerato virtuoso anche allo sguardo attento del Ministero delle finanze e degli uffici della Ragioneria dello Stato".

La maratona della votazione del bilancio si era aperta mercoledì 21 dicembre con la presentazione di oltre 4500 ordini del giorno dell'opposizione, poi ridotti a circa 600 in nome di un accordo bipartisan. Dissenso su alcuni temi è stato espresso da parte dell'opposizione nel corso delle dichiarazioni di voto.

Ariel Dello Strologo di Genova Civica, ha ritenuto "insoddisfacente la discussione e la risposta della giunta alle richieste di informazioni e documenti". Il tema della trasparenza è stato sollevato da tutta la minoranza, anche da Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) che ha proposto che siano nominati due consiglieri comunali per il coordinamento previsto dal regolamento dei controlli sulle società partecipate. Fabio Ceraudo (M5s) ha mostrato preoccupazione per il futuro di Amiu e l'assetto con Iren, il rossoverde Filippo Bruzzone ha espresso dubbi sui piani di gratuità per il trasporto pubblico.

Simone D'Angelo, capogruppo Pd, ha parlato di un bilancio "che non è quello della Genova del fare, ma di una genovese escludente e classista, quella di Marco Bucci". Dichiarazioni di voto all'insegna della soddisfazione da parte dei partiti di maggioranza, Vince Genova ha ribadito l'importanza del "modello Genova" e la Lega ha auspicato la prosecuzione del "percorso di rinascita che il 12 giugno i genovesi ci hanno affidato".

Bucci nel suo discorso ha risposto elencando con i numeri alle diverse obiezioni portate dai banchi dell'opposizione. "Il budget è passato da 118 a 154 milioni, diminuiscono gli interessi del debito: da 104 milioni a solo 98 - precisa il sindaco -. Quando siamo arrivati il debito era di un miliardo e 131milioni. Oggi c'è una riduzione di 150 milioni che sarà di 200 milioni alla fine".

Il primo cittadino ha anche parlato delle partecipate: "Il loro obiettivo non è quello di fare profitto ma è dare al cittadino il maggior servizio possibile al minor costo. Tutte le partecipate sono in pareggio. Iren è un discorso a parte perché è quotata in Borsa". Bucci risponde anche alle domande sul Porto Antico arrivate dall'opposizione: "Non deve fare profitto, (la Porto Antico ndr) dà in concessione delle aree a società che devono lavorare e su cui c'è un canone da pagare, poi questi singoli hanno il diritto di applicare le tariffe che vogliono ma è del tutto estraneo alla società del Porto Antico".

Il sindaco Bucci poi parla di Amiu. "Non è vero che a Genova c'è la Tari più alta d'Italia e nemmeno la seconda, andate a vedere quella di Venezia. I calcoli bisogna saperli fare. La Tari non è stata aumentata". Il primo cittadino nel suo discorso ha parlato anche del futuro dell'area portuale spiegando che entro tre mesi ci sarà il piano regolatore che è di competenza dell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale. 

Per quanto riguarda la cultura Bucci ha sottolineato i numeri dell'anno che volge al termine: "In termini di spettatori ed eventi abbiamo numeri maggiori rispetto al 2004 quando eravamo stati città Capitale europea della Cultura. Abbiamo un piano triennale sulla cultura che porteremo avanti".

Altro tema che ha acceso il dibattito delle sedute sul bilancio è quello della grande distribuzione: "I dati dicono - spiega Bucci - che dal 2016 non c'è più nessun effetto. La grande distribuzione si fa concorrenza da sola, non con le piccole realtà. La battaglia semmai andrebbe fatta con l'e-commerce ma noi aiutiamo tutti i cittadini genovesi: piccoli, grande, media distribuzione ed e-commerce. Aiutiamo tutti e non creiamo barriere a nessuno".

Poi il discorso si incentra sulle tasse. E qui il sindaco è netto: "Qualcuno ha detto che sono aumentate le tasse, un piccolo aumento c'è ma è una buona notizia, infatti se aumenta il Pil aumentano le tasse, non aumenta la percentuale delle tasse da pagare ma la ricchezza della città, sveglia!". Parole che hanno fatto scatenare la protesta dell'opposizione che ha chiesto toni più rispettosi come ha sottolineato il consigliere Bruzzone di Europa Verde-Lista Sansa.

Bucci poi analizza un altro tema centrale, il numero degli abitanti: "Per la prima volta negli ultimi 27-28 anni non sono calati. Sono 564mila come a dicembre del 2021. Dire che i residenti sono in calo è falso. Non è vero che la gente va via da Genova: va via chi vuole andare via. Io sono il primo esempio: sono andato via per 22 anni e poi sono tornato ma i numeri degli studenti (universitari ndr) e degli stranieri sono in crescita. Una città giusta vuol dire che permette una partenza uguale per tutti, sarà il merito a fare la differenza. Questa è una differenza di principio che regola la società civile di oggi".

 

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