GENOVA - La cosa positiva è che non dovremo pazientare ancora molto, nella giornata di domenica il quadro delle candidature alle elezioni politiche del 25 settembre sarà completato: è un vero puzzle, soprattutto per i collegi uninominali che devono essere divisi da ampie coalizioni.
Il lavoro più complesso lo deve fare senza dubbio il centrodestra, che deve far combaciare la competitività dei candidati ai desideri di ben sette partiti: i tre alleati principali (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) e la lista centrista Noi Moderati (che racchiude i partiti di Toti, Brugnaro, Cesa e Lupi). Dei quattro collegi uninominali per la Camera dei deputati in Liguria, due andranno ai totiani: non ci sono ufficialità ma è praticamente certo che nel collegio di Genova ponente andrà Ilaria Cavo e in quello di levante Sandro Biasotti. I loro principali sfidanti, quelli cioè del centrosinistra, saranno rispettivamente Katia Piccardo (il cui nome è dato per certo) e Luca Pastorino (la cui candidatura è probabile ma non sicura).
Marco Scajola e Andrea Costa, invece, andranno nei listini proporzionali e saranno i capilista (l’imperiese al Senato e lo spezzino alla Camera): la loro possibilità di essere eletti dipende in prima istanza dalla capacità di Noi Moderati di raggiungere il 3% su base nazionale, cosa che seguendo i sondaggi sembra possibile. Per far scattare il senatore, però, servirebbe un risultato eccezionale.
Nell’uninominale di levante per il Senato dovrebbe essere selezionata Stefania Pucciarelli, attualmente sottosegretario alla Difesa, iscritta alla Lega. Il segretario regionale dello stesso partito, Edoardo Rixi, sarà invece capolista alla Camera e la sua elezione è super blindata, situazione un po' diversa per Francesco Bruzzone, la cui elezione da capolista al Senato dipende dal risultato del partito. E' comunque possibile che a Bruzzone vada un collegio uninominale a ponente, dove avrebbe ottime chance di elezione.
In Forza Italia dovrebbero entrare Roberto Bagnasco, che potrebbe avere l’uninominale di levante e Roberto Cassinelli, che sarà capolista alla Camera.
Nel centrosinistra i giochi sono quasi fatti: Andrea Orlando e Valentina Ghio entreranno alla Camera, Lorenzo Basso al Senato. Sfide tra il difficile e l’impossibile per Alberto Pandolfo (terzo in lista alla Camera) e Cristina Lodi (seconda al Senato). Sugli uninominali mancano gli ultimi tasselli ma lo sfavore del pronostico è tale che la cosa più difficile è trovare qualcuno che sia disposto a correre. Per questo non è da scartare l’ipotesi che Emma Bonino, leader di +Europa, alleata col Pd dopo lo strappo con Azione di Calenda, possa concorrere per l’uninominale di ponente: quella della leader radicale è una candidatura eccellente ma complicata. Quel collegio sembra inespugnabile e se, come pare, Bonino ha rifiutato una candidatura blindata nei listini del Pd, sarà difficile rivederla in parlamento: per riuscirci +Europa dovrebbe superare lo sbarramento del 3%, cosa al momento difficile da pronosticare.
Nel Terzo polo, posto assicurato per Raffaella Paita, capolista alla Camera: in Liguria dovrebbe essere l’unica eletta di Azione-Italia Viva, poiché gli uninominali sono praticamente impossibili da conquistare e il capolista al Senato potrebbe entrare solo in caso di exploit.
Il Movimento 5 Stelle ha scelto attraverso le Parlamentarie ma le polemiche continuano a travolgere Conte: alla Camera il capolista è Roberto Traversi che, ragionevolmente, ce la farà. Molto più difficile il compito di Luca Pirondini che è capolista al Senato: potrebbe farcela solo nel caso in cui i Pentastellati centrassero un risultato molto al di sopra degli attuali sondaggi. Ancora ignoti, perché riservati alla scelta del leader Conte, i nomi dei candidati agli uninominali: anche nel caso dei 5 Stelle è decisamente improbabile che qualcuno di loro possa entrare in parlamento passando da li.
IL COMMENTO
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