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GENOVA - La conferenza delle regioni e delle province autonome diventa un organo comune dopo 41 anni dalla sua istituzione.

La firma questa mattina alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una giornata storica per tutte le Regioni che per la prima volta in assoluto hanno firmato l'intesa che istituzionalizza la Conferenza, ora organismo comune con una propria autonomia patrimoniale, finanziaria e contabile. Un interlocutore istituzionale privilegiato con un ruolo specifico anche di proposta e di consultazione nella formazione delle leggi e normative statali ed europee nelle materie di competenza regionale.

Toti alle Regioni: "Per i soldi del Pnrr usiamo il modello Liguria" - LA NOTIZIA

Tra le firme, avvenute nel secondo giorno del primo Festival delle Regioni - la due giorni per fare il punto e discutere di tutti i temi principali per lo sviluppo del territorio -, anche quella di Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria: "Quella stessa Conferenza che in questi due anni ha fatto moltissimo per il Paese - spiega Toti -, dal Covid alle riaperture, alle linee guida e che oggi, per la prima volta dall'inizio della nostra Repubblica, diventa un organismo comune e istituzionale secondo l'articolo 117 della Costituzione. Un evento fondamentale per le Regioni, speriamo propedeutico a quel percorso di autonomia che stiamo chiedendo da molto tempo". 

Si conclude con un'intesa decisiva il Festival di cui la Liguria è tra le protagoniste (LEGGI QUI): "Questo Festival delle Regioni – spiega Toti - rappresenta un passo avanti fondamentale per riconoscere il ruolo centrale e imprescindibile svolto negli ultimi anni anche dalla Conferenza, in particolare durante gli anni del Covid, in cui le Regioni sono state in prima linea nella gestione del sistema sanitario a livello territoriale e della più imponente campagna vaccinale della storia, nell’elaborare e condividere con il Governo le linee guida nazionali e le scelte anche complesse sul distanziamento e tutte le misure necessarie per riportare in equilibrio il Paese, sperando ovviamente di non tornare a vivere quei momenti".

 

 

Accolta in pieno la tesi della difesa, sostenuta dall’avvocato (e vicesindaco) Pietro Piciocchi: si può riassumere così l’ordinanza emessa dalla Prima sezione civile del Tribunale di Genova che ha respinto il ricorso che chiedeva la decadenza di Marco Bucci da Sindaco di Genova.

Secondo i ricorrenti, tra questi alcuni nomi di prestigio della società civile genovese con l’ex Rettore dell’Università Paolo Comanducci e l'ex presidente del Tribunale Claudio Viazzi, Bucci, in quanto Commissario straordinario alla ricostruzione del ponte di Genova, si trovava in una condizione di ineleggibilità. La carica di Commissario, secondo loro e i loro legali, era incompatibile con l’elezione a primo cittadino.

Opposta la posizione della difesa, pienamente accolta dalla Camera di consiglio composta dai giudici Tuttobene (presidente), Bianchi (giudice estensore) e Lippi (giudice): secondo il Tribunale il Commissario straordinario non rientra nelle categorie ineleggibili.

Le motivazioni di questo provvedimento sono, come sempre, molto articolate: tutto ruota, però, attorno all’interpretazione della figura del Commissario straordinario che, per i giudici, è molto diversa da quella del Commissario di Governo. Questi ultimi, sono, per intendersi, i Prefetti, i capi della polizia, gli ufficiali generali delle Forze armate, i magistrati, gli ecclesiastici e i titolari di altre cariche che esercitano poteri stabili e continuativi su determinati territori. Molto diversa, per i giudici, la posizione di un Commissario straordinario, nominato con l’esigenza di agire in fretta e selezionato sulla base di caratteristiche peculiari. Tra queste, proprio l’essere Sindaco, e più in generale amministratore pubblico, è considerato dai giudici un aspetto premiante poiché nessuno più di un primo cittadino è in grado di gestire un’emergenza su un territorio con il quale ha una speciale connessione.

Non solo, il ricorso viene considerato irricevibile anche perché se i ricorrenti avessero ragione, non solo Bucci sarebbe stato ineleggibile per il secondo mandato, ma sarebbe dovuto immediatamente decadere al momento della prima nomina (come accadrebbe nel caso in cui fosse nominato Prefetto o capo della Polizia): e lo stesso dovrebbe succedere ai tanti Sindaci che in giro per l’Italia stanno affrontando varie emergenze ricoprendo contemporaneamente il doppio incarico di Sindaco e Commissario straordinario.

Vi è poi un altro punto che era stato sollevato dalla difesa, curata dall’avvocato Piciocchi, e cioè la salvaguardia del diritto costituzionale (previsto anche dalla Carta fondamentale dei diritti dell’Unione) all’elettorato passivo: la legge, infatti, prevede che le condizioni di ineleggibilità siano strettamente normate, proprio per limitare al minimo indispensabile il numero dei cittadini a cui il diritto a essere eletti venga negato. Anche per questo il Tribunale non è nelle condizioni di interpretare estensivamente ai Commissari straordinari l’ineleggibilità imposta ai Commissari di Governo.

L’impianto difensivo di Pietro Piciocchi è stato dunque accolto nella sua interezza e, come era legittimo aspettarsi, Marco Bucci resterà saldamente alla guida del Comune di Genova.

GENOVA - Botta e risposta in Regione Liguria tra il consigliere del Pd Luca Garibaldi e l'assessore alla Sanità Angelo Gratarola. "Non è vero che la Liguria è la seconda regione italiana per incidenza da infezione di Aids, ma è perfettamente in linea con la media nazionale. L’alto numero di casi registrati è dovuto al fatto che l’ambulatorio HIV della Clinica di malattie infettive dell’Ospedale San Martino diretto dal professore Matteo Bassetti è stato il primo ad aprire durante la pandemia, nell’aprile 2020, ospitando da allora numerosi pazienti provenienti da altre regioni” ha spiegato Gratarola.

Garibaldi aveva criticato la campagna promossa dalla Regione per sensibilizzare alle corrette misure da adottare contro l'Aids. "Sul nostro territorio si fanno pochi test, manca un'informazione capillare e adeguata al nostro tempo che parli dei rischi di contrazione di malattie sessualmente trasmissibili, ma anche della profilassi pre esposizione, la PrEP" ha detto Garibaldi.

La risposta dell'assessore Gratarola è stata netta: "La Liguria è fra le poche regioni italiane ad offrire gratuitamente il test HIV alle persone ricoverate in ospedale e, da anni, si lavora per garantire questo importantissimo servizio, a cui si aggiunge quello, altrettanto importante, della fornitura gratuita della pillola pre-esposizione a chi ne fa richiesta: uno strumento in più per tutte quelle persone che contraggono rapporti a rischio".

Garibaldi ha parlato di "messaggi retrogradi e offensivi" all'interno della campagna. "Non vedo quale sia il problema della rappresentazione di una banana annerita - spiega Gratarola -. Si tratta di un messaggio forte e adeguato ai tempi che rappresenta un efficace strumento di informazione e sensibilizzazione sull’utilizzo dei contraccettivi. Siamo di fronte dunque a critiche strumentali che respingiamo fermamente".

Gli europei pagano così tanto gas ed energia elettrica solo perché c’è un sistema sbagliato che va corretto: compito dell’Italia è lavorare per correggerlo”: lo dice l’ex ministro alla Transizione ecologica e attuale consulente del Governo Meloni per l’energia, Roberto Cingolani.

“I risultati che dobbiamo ottenere sono due – spiega Cingolani – il price cap sul prezzo del gas e il disaccoppiamento del prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto a quella prodotta con fonti termiche. Questi due provvedimenti riporteranno i prezzi in linea con quelli che attualmente vengono praticati negli Stati Uniti o in Cina: si tratta di superare l’attuale sistema di creazione del prezzo, basato sul TTF (il mercato virtuale per il prezzo del gas con sede in Olanda, ndr) che è certamente superato. Venti Paesi membri dell’Unione sono favorevoli a questi cambiamenti ma resistono alcune lobby che difendono lo status quo, è nostro compito superare queste resistenze”.

“La Conferenza delle Regioni, dopo aver collaborato durante il Covid a gestire le scelte anche difficili fatte da questo Paese, oggi rivendica un ruolo deciso e unitario, senza sfumature e colori politici ma con la ferma volontà di rappresentare territori che molto spesso vengono poco consultati sulle scelte di politica generale del Paese. Speriamo che questa giornata possa portare ad un proficuo 2023 in vista di un’autonomia differenziata che molte Regioni richiedono, tra cui la Liguria, e a un sempre maggior utilizzo in sinergia di tutti i fondi che arriveranno e che devono servire a colmare un gap strategico, che in molti settori comincia a farsi sentire”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che oggi a Milano ha partecipato alla prima giornata de ‘L’Italia delle Regioni’, l’iniziativa organizzata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome per valorizzare la ricchezza, l’identità e la specificità dei territori italiani, oggi a Palazzo Lombardia Milano e domani, martedì 6 dicembre, a Villa Reale a Monza alla presenza delle più alte cariche dello Stato.

Toti ha coordinato uno dei tavoli di lavoro a Palazzo Lombardia sul tema ‘Le Regioni e le reti’ a cui hanno partecipato anche i presidenti di Marche, Francesco Acquaroli, e Basilicata, Vito Bardi, oltre al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini

“Oggi a Milano – conclude il presidente Toti – si è svolto quindi un confronto importante tra tutti i Governatori, con le Regioni riunite in un momento importante per il Paese visto che siamo di fronte alla fase in cui il PNRR vede la sua applicazione, con tutte le opportunità che questo pone al Paese. Siamo davanti ad una nuova sfida rilanciata dal Governo sull’autonomia differenziata, sui modelli di governance e sui modelli di interlocuzione tra il Governo centrale e le Regioni che da molto tempo rivendicano una maggior possibilità di scelta sulle politiche nazionali, energetiche, della logistica e non solo. Un tempo in cui dobbiamo programmare i nuovi fondi europei, i fondi a sostegno delle imprese, per le politiche attive del lavoro, per i fondi di sviluppo e coesione, per le infrastrutture, per la formazione professionale, la competitività e la ricerca in settori in cui le Regioni hanno molto da dire”.
Il presidente Toti parteciperà anche alla seconda giornata, domani, martedì 6 dicembre, a Villa Reale a Monza con la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al termine, è prevista la firma dell’Intesa per il riconoscimento della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome quale organismo comune, con la propria autonomia patrimoniale, finanziaria e contabile, interlocutore privilegiato non solo nella cooperazione e concertazione tra diversi livelli istituzionali, ma anche nei procedimenti legislativi e decisionali del governo.

Alla prima giornata del Festival delle Regioni hanno partecipato anche gli assessori liguri all’Ambiente e Protezione civile Giacomo Giampedrone e all’Urbanistica Marco Scajola, intervenuti al tavolo di lavoro ‘Terra e Territorio, l’Ambiente’ con la partecipazione del ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare Sebastiano Musumeci.

“È stata una giornata di lavoro – afferma Scajola - condiviso con le altre Regioni, esperti e stakeholder. La Liguria è stata presa come modello su temi importanti: grazie al nostro impegno, la Liguria è la Regione con il minor consumo di suolo e la Legge Regionale sulla Rigenerazione Urbana e il recupero del territorio agricolo costituisce un punto di riferimento a livello nazionale. Si tratta di elementi fondamentali anche nella prevenzione del dissesto idrogeologico: come ho detto al ministro Musumeci, siamo pronti a collaborare con il Governo per redigere una legge nazionale sulla Rigenerazione Urbana e colmare l’attuale vuoto normativo, che rappresenta un ostacolo per il recupero di aree che necessitano di interventi. Ho ribadito come sia poi importante che le Regioni possano avere maggiori poteri nella programmazione e nella pianificazione territoriale: questo – conclude Scajola - permetterebbe più rapidità nelle scelte, meno burocrazia e più cura e attenzione del territorio”.

“È stata un’occasione importante di confronto per parlare di ‘piani di resilienza’ del territorio, anche in relazione alle risorse del Pnrr - afferma Giampedrone - che rimangono ancora insufficienti rispetto alle emergenze del Paese. Serve, dunque, un grande Piano nazionale che guardi ai prossimi tre anni e ripensi anche ai fondi PNRR finalizzati alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico: è necessario che i criteri per il riparto delle risorse nazionali, non solo del Pnrr, tengano conto non dell’indice demografico tout court ma del più preciso indice della popolazione esposta al rischio, così da erogare fondi laddove servono per mitigare gli effetti di eventi alluvionali sempre più frequenti e sempre più violenti. Da questo punto di vista, la Liguria è certamente tra le regioni più difficili e complesse da gestire dal punto di vista orografico. Di questo parlerò anche mercoledì prossimo con il ministro Musumeci, che ha partecipato direttamente al nostro tavolo di lavoro e ha già convocato le Regioni a Roma: credo sia un segnale molto positivo – conclude Giampedrone - per l’apertura di un dialogo importante con il Governo su temi prioritari per il Paese”.

“Sul Pnrr credo che ci sia la possibilità di fare bene, ma occorre cambiare un po' di regole e un po' di mentalità”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine della prima edizione de “L’Italia delle Regioni’. “Oggi siamo qui a parlare di questo, di come modernizzare e dare un assetto istituzionale efficiente al Paese – aggiunge Toti - di come darci delle regole che ci consentano di utilizzare i soldi che ci sono, di valutare le classi dirigenti sui territori, di costruire una collaborazione più efficace tra governo e autonomie dei territori. Questo è il tema centrale della giornata e mi auguro che ne usciremo con delle buone idee e soprattutto che saranno ascoltate”.

Sul Pnrr in particolare Toti aggiunge: “Valuteremo alla fine dell’anno. Sapevamo che non era facile né scontato: stiamo parlando di spendere 200miliardi di euro aggiuntivi rispetto a soldi già stanziati dallo Stato, in un lasso di tempo in cui normalmente una pubblica amministrazione riesce sì e no a fare un progetto esecutivo, stando ai tempi di realizzazione dei grandi progetti strategici del Paese. È chiaro – prosegue - che se non si cambia passo non sarà facile spenderli tutti: occorre darci delle regole, occorre semplificare. Se qualcuno ha voglia di venire a imparare qualcosa, il ‘modello Liguria’ può certamente essere un esempio nazionale con le opere che abbiamo realizzato e stiamo realizzando in tempi rapidi. Per questo dico che non si tratta solo di regole, serve anche – conclude Toti - un’assunzione di responsabilità da parte della classe dirigente del Paese, a tutti i livelli istituzionali”