cronaca

Appello dell'infettivologo a Facebook perchè tuteli la scienza
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“Ho passato buona parte della mia giornata, dopo essere rientrato dall’ospedale, a cancellare insulti e a bannare profili Facebook falsi. Sono stato insultato, minacciato e deriso da no-vax e gente ignorante che non meriterebbe neanche di stare sulle piattaforme social”.





Comincia così il post di Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, dopo le offese ricevute via social, a seguito della sua foto che lo mostra mentre gli viene inoculato il vaccino anti-Covid.



“Faccio appello a chi gestisce Facebook perché intervenga a tutela della scienza e delle informazioni della medicina che vuole tutelare la salute di tutti. È una vergogna quello che sta succedendo a chi difende i vaccini e i benefici che hanno portato e porteranno.  Un paese che non è in grado di difendere e tutelare i propri medici e le posizioni per la scienza dovrebbe farsi molte domande. Chi ci deve tutelare? Se c’è qualcuno con responsabilità che ha interesse nella scienza batta un colpo” scrive Bassetti.




L’infettivologo non intende però recedere di un millimetro.
“Continuerò a bloccare e a cancellare ogni commento privo di fondamento medico-scientifico. Prevedo sui vaccini tempi molti bui per l’Italia. Buissimi. Povera Italia” ha poi concluso il post Bassetti.



Solidarietà a Bassetti è stata immediatamente espressa dal presidente
della Regione Giovanni Toti, tramite un altro post su Facebbok, dove si mostra in una foto con l’infettivologo. “Forza Matteo, vaccinandoti hai dato il buon esempio insieme alla nostra task force e a tanti operatori della nostra sanità e sono certo che gli insulti non fermeranno il tuo grande lavoro. In questi giorni più che mai mi chiedo se il vaccino contro la stupidità avrebbe effetto su certa gente...”, ha scritto il presidente Toti.



Poche ore prima, lo stesso Bassetti, era tornato a parlare tramite i social dell'importanza dei vaccini, lamentando una gestione troppo lenta e la necessità di aumentare la velocità della campagna vaccinale, per non trovarsi in grande difficoltà e isolati rispetto al resto dell'Europa (LEGGI QUI)