politica

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Ho la strana sensazione che la Liguria politicamente non conti nulla. Intendo dire: a livello di governo nazionale. Questo ennesimo disastro che ci rende sempre di più isolani, come se abitassimo a Lampedusa, in mezzo al mare senza collegamenti, ci sta annullando anche politicamente.


Se ci pensate bene non ci siamo quasi mai trovati in una situazione di totale assenza di rappresentanza nazionale come oggi. Il passato che a me interessa sempre come memoria per il presente e il futuro ci ricorda nomi di ministri e vice assai “pesanti”: Taviani, Lucifredi, Russo, Bo, Machiavelli. Poi più vicini Biondi, Burlando, Scaiola. Per arrivare agli ultimi esempi con Pinotti alla Difesa e Orlando alla Giustizia. E ultimissimo, Rixi, utilissimo alle Infrastrutture e ai Trasporti.

Non ricordo un governo e sottogoverno senza liguri come questo Conte bis. Unico ambasciatore il sottosegretario alle Infrastrutture che dovrebbe essere in questo momento (in totale assenza di Pd) attaccato al sedere di Grillo, Di Maio e reduci Cinquestelle a farsi sentire come unica bandiera ligure a Palazzo. Il vuoto pneumatico. Mentre la Liguria annaspa, i porti di Genova e Savona si asciugano peggio che se li avessero interrati, e il nostro è un territorio che vive sui ponti, e resta appeso al Nord Ovest solo perché regge la Camionale di Mussolini.

D’accordo che il Conte bis (che sembra persino qualche cosa di importante) non rappresenta il Nord Ovest. Ma la Liguria così annullata non la ricordo. Annullata e politicamente umiliata nella sua plastica ininfluenza. Un territorio costretto a vivere, come ha sottolineato il professor Musso “nell’ assoluta incertezza dei collegamenti”. Incertezza. Oggi ci sarà l’autostrada o no? Andrò a Milano, ma poi portò ritornare a Genova?
Scusate. Mi ricordano che c’è il deputato forzista Mulé. Urca…e ora dov’è il Mulé?