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Il tempo delle parole è finito. Le elucubrazioni pregare si sono ormai spente per lasciare il palcoscenico al mondo dei motori. Il 30° Sanremo Rally Storico è pronto a confrontarsi con le 11 prove speciali, per un totale di 147 chilometri cronometrati su 297 di percorso.

A partire dalle 16,45 di domani, venerdì 10 aprile, i 61 iscritti alla gara si avvicenderanno sulla pedana di avvio di Piazza Adolfo Rava, prima di dare l'assalto alle prove speciali di San Romolo, Semiogo e Bignone, per poi tornare alle 19,14 in Piazza Adolfo Rava per 50 minuti di relax, prima di rilanciarsi sulla ripetizione della San Romolo e sulla “Mini Ronde” di quasi venti chilometri che unisce le speciali di Semiogo e Bignone. Fermata notturna in Piazza Borea d'Olmo, davanti al teatro Ariston, per il riordino notturno per ripartire sabato mattina per le tre prove nell'entroterra di Imperia a San Bartolomeo, Passo del Maro e Vignai da ripetere due volte, con un lungo riordino nel cortile dello stabilimento Carli di Imperia. Per tornare poi a Sanremo dove alle 16,16 di sabato 11 aprile i concorrenti superstiti sfileranno per raccogliere gli applausi del pubblico.

Al 30° Sanremo rally Storico sono iscritti 61 equipaggi provenienti Norvegia, Svezia, Finlandia, Ungheria, Inghilterra, Germania, Francia e naturalmente dall'Italia. Osservate speciali sono le Lancia Delta del bresciano “Pedro” del vicentino “Lucky”, e del milanese Peter Zanchi, che rappresentano la grande novità dell'edizione 2015 del rally storico. Le Delta sono le vetture che vantano il maggior numero di vittorie al Rally di Sanremo, ben sette a partire dal 1986 con Alen-Kiwimaki (Delta S4) per finire con Aghini-Farnocchia nel 1992 su Lancia Delta HF Integrale. Ma non saranno i soli osservati speciali. Da tenere sotto la lente di osservazione le tre Lancia 037 di Paolo Baggio, di Claudio Covini e del francese Patrick Canavese, senza dimenticare le muscolose Porsche 911 del norvegese Valter Jensen, dello svedese Mats Myrsell e degli italiani Matteo Musti, Lucio da Zanche e Maurizio Rossi (team Autorlando). E poi ci sarà la Lancia Stratos del funambolico francese Erik Comas. Se è arrivato in Formula 1 un motivo ci sarà.