salute e medicina

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 Il 65% dei bambini sotto i 6 anni e il 71% di quelli sopora i 6 a causa del lockdown per il coronavirus ha accusato problematiche comportamentali di varia natura e sintomi di regressione. I più piccoli, sotto i 6 anni, hanno mostrato (centinaia i casi) episodi di irritabilità, difficoltà di addormentamento, risvegli notturni, inquietudine, ansia da separazione, paura del buio, pianto inconsolabile.

I più grandi, giovani e adolescenti, in un numeri assoluti maggiori, hanno evidenziato una sensazione di fiato corto, difficoltà a addormentarsi e fatica a svegliarsi, irritabilità/cambiamento di umore, utilizzo improprio dei media, scarsa collaborazione alle attività domestiche. E' quanto emerge dall'indagine sull'impatto psicologico e comportamentale del lockdown nei bambini e negli adolescenti in Italia, condotta dall'ospedale pediatrico Gaslini di Genova durante l'isolamento a casa, tra il 24 marzo e il 3 aprile, a tre settimane di distanza dall'inizio del lockdown. All'indagine hanno risposto 6800 famiglie, di cui 3245 con figli sotto i 18 anni (1570 sotto i 6 anni e 2733 gli altri). "Soprattutto negli adolescenti dall'indagine emerge in maniera drammatica il 'ci avete privato di stare con gli alti'.

Prendersi cura precede il curare: nel prendersi cura la capacità di costruire relazioni è fondamentale e per questo il Gaslini nel lockdown ha attivato subito il programma 'Ciao come stai?', con uno sportello di ascolto, favorendo la raccolta di disegni, e-mail e contributi, organizzando attività di intrattenimento e animazione. I bambini non avevano bisogno dei pronto soccorso, anzi, ma erano da soli a casa e avevano bisogno di noi: non li abbiamo lasciati soli", ha spiegato il direttore generale dell'ospedale Gaslini, Paolo Petralia

"Le famiglie con figli sotto i 6 anni hanno dato risposte importanti: irritabilità, difficoltà di addormentamento, risvegli notturni, inquietudine, ansia da separazione, paura del buio, pianto inconsolabile. Ci dice come il lockdown abbia davvero segnato i bambini, anche con sintomi di regressione comportamentale. "Ho paura" e "brutto" sono state le parole più usate dai bambini nei loro disegni per rappresentare il virus. È l'evidenza di una nuova richiesta di aiuto, di un nuovo bisogno sanitario". "Nei bambini e ragazzi sopra i 6 anni invece - ha continuato Petralia - si evidenzia un evidente spostamento dei ritmi sonno-veglia, con difficoltà molto importanti a recuperare questo comportamento, ma anche sensazione di fiato corto, difficoltà a addormentarsi e fatica a svegliarsi, irritabilità/cambiamento di umore, utilizzo improprio dei media, scarsa collaborazione alle attività domestiche".

"E' uno studio che diventa di fatto nazionale nel significato di una possibile utiltà, risposta e contributo per tutti coloro che vorranno utilizzarlo per un approfondimento. Al Gaslini attiveremo un servizio ambulatoriale di presa in carico, di tipo psicologico e neuropsichiatrico, proprio per dare una risposta al bisogno che si è palesato. A fronte di evidenze che ci dicono quali sono i problemi bisogna essere capaci di dare risposte: sono dati che non potremo più raccogliere e dobbiamo farne tesoro per dare risposte adeguate e non lasciare soli i nostri figli", ha concluso il direttore generale dell'ospedale Gaslini
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