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Mentre la Regione approva una delibera per provare a contenere gli ungulati
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 Hanno infilato il muso sotto una pesante porta di ferro, hanno fatto tanta forza da sollevare la parte bassa, e poi sono riusciti a farla scorrere e ad entrare, facendo man bassa direttamente del mangime in vendita, spaccando i sacchi e banchettando a notte fonda, amara sorpresa, la mattina dopo, per i proprietari del magazzino di prodotti agricoli: siamo a Carasco, e ce lo racconta il titolare, Paolo Pescara: "Non ho neppure quantificato i danni ma non avrei mai pensato che si arrivasse a questi livelli: non le dico che cosa combinano nelle serre, hanno divelto tutti i crisantemi che abbiamo ora, un disastro". Accanto a noi una piana dove i solchi, le voragini create dagli  ungulati, sono visibilissimi: "Questa impronta enorme sarà di una bestia di 80-90 kg - spiega Adriano Podestà, prrsidente dell'Unione regionale cacciatori dell'Appennino - mentre queste più piccole appartengono ai figli". 


A Podestà chiediamo se la nuova delibera approvata dalla giunta regionale possa contribuire a migliorare la situazione invivibile legata ai danni provocati dai cinghiali, grazie a una caccia selettiva più spinta, alla formazione di nuovi cacciatori ad hoc: "Credo di sì, noi già quattro anni fa avevamo iniziato un percorso di formazione ulteriore per i coadiuvatori, che sono uno scalino superiore, ma tutto era stato bloccato da un ricorso e ora speriamo si possa proseguire su questa via: chi ha danni da cinghiali contatterà la Regione che manderà la polizia venatoria e poi verranno contattati gli Ambiti territoriali di caccia che attiveranno la caccia selettiva". 


"Spero veramente che possa migliorare la situazione" commenta Massimo Solari, presidente dell'Associazione dei produttori di olive liguri (Coldiretti) mentre mostra una ulteriore evoluzione dei cinghiali, che fino a pochi anni fa "non erano in grado di fare ciò che oggi fanno, cioè sollevare la parte bassa e rinforzata di una griglia di ferro posta a protezione di terreni coltivati".