porti e logistica

Lo rivela un'indagine condotta dall'Associazione degli Armatori Europei
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Agli armatori europei l’emergenza coronavirus ha generato un autentico tracollo: lo dimostra un’indagine condotta nel mese di aprile dall’Ecsa, l’associazione degli armatori d’Europa.

Profondo rosso per i traghetti, che hanno perduto negli ultimi tre mesi oltre il 60% del proprio fatturato; malissimo anche le crociere, i vettori di automobili nuove e navi di servizio offshore. L’unica categoria che ha registrato una positiva inversione di tendenza è quella delle navi cisterna che hanno visto crescere il proprio volume d’affari.

Il tutto nell’ambito di un settore sostanzialmente dimenticato dai governi che non hanno messo in campo alcuna “misura nazionale, regionale o locale per fronteggiare i problemi di liquidità”.

E il tema della ripresa, tanto caro a tutte le categorie produttive, è guardato con ampio sospetto dagli armatori che non si attendono un ritorno ai livelli pre crisi entro la fine dell’anno e anzi prevedono un calo del fatturato, alla fine del 2020, pari al 40% di quanto registrato l’anno scorso.

"Il trasporto marittimo europeo sta affrontando un momento critico di fronte all'attuale pandemia di Covid-19 - spiega la nota dell'Ecsa sull'indagine - le compagnie di navigazione, i noleggiatori, gli operatori, gli armatori, gli equipaggi e il personale di terra stanno affrontando difficoltà crescenti nel proseguire le loro operazioni".

La crisi si riflette in un pericoloso calo degli occupati e avrà conseguenze anche sugli investimenti pianificati, con ulteriori perdite nel medio periodo: quasi un armatore su due ha deciso di azzerare ogni sforzo per migliorare la propria competitività e solo il 26% dell’intero settore si dice intenzionato a proseguire con la strategia preventivata all’inizio dell’anno.

Il Liguria la situazione è particolarmente pesante
per Stazioni Marittime che ha subito il blocco totale delle crociere e il pesante decremento dei traghetti: tutto il personale sta esaurendo le proprie ferie e ha attinto alla cassa integrazione a rotazione. Situazioni analoghe anche per i terminal crociere della Spezia e di Savona. 

Sul fronte del porto commerciale, invece, il lavoro è continuato anche nel periodo più serio dell'emergenza Covid ma ha dovuto (e deve) fare i conti con il calo complessivo dei traffici e con le misure di sicurezza sanitaria anti contagio che hanno fortemente rallentato le operazioni: anche nei terminal della Liguria sono stati attivati i protocolli di welfare con il ricorso alla cassa integrazione.