cronaca

Sopralluogo della regione, partito il recupero delle salme
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Si è svolto il sopralluogo, con l’ausilio di droni che regione Liguria ha messo a disposizione, dopo il crollo della falesia in corrispondenza del cimitero di Camogli, nel levante di Genova. Oltre 200 le bare volate giù con la frana o in acqua.


Oltre al rilievo su tutta l’area è stato anche effettuato un sopralluogo via mare con rilievo fotografico. Questo ha reso possibile la verifica del meccanismo del crollo e le eventuali varie evoluzioni del fenomeno.

Lo ha comunicato, in comune a Camogli, l’assessore regionale alle infrastrutture Giacomo Giampedrone che ha partecipato con i tecnici del dipartimento di protezione civile all’incontro.

“Nella parte alta sono stati evidenziati dei volumi in equilibrio precario su cui insistono alcune cappelle del cimitero e alcuni loculi su cui stiamo ragionando per evitare ulteriori crolli che vanno demoliti in sicurezza. Vi è una parte del cuneo in roccia vicino al belvedere che potrebbe essere interessata da ulteriori distacchi. Vi è poi il tema della strada che è al limite della zona interessata dal dissesto, su cui non sono stati riscontrati particolari problemi, dove in passato il Comune ha realizzato interventi di consolidamento che possono migliorare il livello di stabilità e la zona delle abitazioni che non sono state interessate da fenomeni di dissesto, non diversi da quelli esistenti prima" ha detto Giampedrone.

"A questo punto partiremo con il recupero immediato delle salme, lavorando con la massima in sicurezza, attraverso la predisposizioni di pontoni in mare e contiamo che le operazioni possano iniziare anche da domani. Servirà un ulteriore monitoraggio per capire lo stato del cuneo roccioso e anche un monitoraggio in continuo per realizzare interventi nella massima sicurezza”. Al momento sono stati recuperati 10 feretri, gli altri si trovano sotto i 60 mila metri cubi di materiale crollati, sotto la falesia.

“La giornata è servita a mettere in campo tutte le azioni possibili che riguardano tre settori: la prima è un’operazione di recupero a mare di quanto è recuperabile, con l’ausilio di un pontone con ditte specializzate che individueremo, e un monitoraggio continuo delle condizioni meteo-marine perché il fatto tempo e l’elemento meteo non sono secondari rispetto alle azioni che dobbiamo intraprendere a mare. Questo non potrà essere un lavoro capillare fino a che lo smontaggio di ciò che è appeso nel cimitero tra le parti pericolose e pericolanti non sarà fatto” ha detto Giampedrone che ha preso contatto anche con il capo dipartimento Nazionale della Protezione civile Angelo Borrelli per cercare di capire la stabilità dello sperone nella parte di levante della frana.

“In quest’opera ci aiuterà anche la Fondazione Cima, braccio operativo del dipartimento nazionale che abbiamo già utilizzato in altre circostanze e che ha le competenze tecniche per approfondire questa situazione, insieme all’Università di Firenze che abbiamo attivato con il dipartimento nazionale di Protezione civile” ha spiegato.

Intanto la Procura di Genova ha aperto un fascicolo per il sospetto che la frana della scogliera sia d'origine colposa. Inchiesta sui cui stanno indagando il procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio e il sostituto FAbrizio Givri. Nle mirino degli inverstigatori anche i lavori compiuti da