porti e logistica

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“C’è un’autoreferenzialità dei potentati, un monopolio di fatto” tuona Stefano Salvetti, presidente di Adiconsum e coordinatore delle associazioni dei consumatori, affondato tra le montagne di carte del suo ufficio genovese.

Il tema è quello delle concessioni autostradali, che torna ciclicamente d’attualità, vuoi per le nevicate che mandano in tilt la gestione provocando chiusure, vuoi per i fine settimana di fuoco che paralizzano i turisti e non. Vuoi per i tratti incidentati ripristinati, siamo sicuri, in tempi consoni? Oppure perché in caso di emergenze, che siano nevicate o code, i diversi gestori di una stessa Regione, scrivono nei pannelli solo le informazioni sul loro tratto, fregandosene se questo significa mandare al macello migliaia di utenti disinformati per volontà dei concessionari.

Vedi il caso della nevicata sulla A12 dopo Moneglia, non segnalato da Autostrade S.p.a perché “colpevole” (la nevicata) di essere qualche chilometro dopo la fine della sua competenza, oppure le code di diversi chilometri, non segnalate dalla SALT che gestisce il tratto di A12 dalla Toscana fino a Sestri Levante, visto che le code iniziano a Chiavari o a Rapallo. Liti e dispetti a carico degli utenti.

“C’è il segreto di Stato su tutto ció che riguarda le concessioni - prosegue Salvetti - ma un dato, seppur senza il sigillo dell’ufficialità, lo abbiamo: dal ‘93 a oggi l’inflazione è cresciuta del 25% mentre i pedaggi del 270%. Noi vorremmo sapere quali investimenti sono stati fatti, quanto pagano i concessionari, quali piani di emergenza vengono approntati in casi di blocchi. Ad oggi tutti domande senza risposta. Senza considerare che quando scadono le c concessioni vengono prorogate senza gara. In barba a quello che imporrebbe l’Europa”.

Salvetti parla di un altro dato clamoroso: “Sappiamo che per ogni chilometro di autostrada i concessionari guadagnano 800mila euro all’anno”.