È cauto il nuovo segretario del Partito democratico, Enrico Letta, alla notizia del cambiamento del nome del vaccino AstraZeneca.
Incontrando i giornalisti allineati davanti alla sede della segreteria romana in via del Nazareno, Letta si è soffermato pensoso nell’analisi del nome: “Anche noi abbiamo cambiato il nostro nome almeno dieci volte, ma continuiamo a essere poco efficaci con la nostra vaccinazione. Una volta bastava un banchetto al Festival dell’Unità, dietro al palchetto con le bandiere rosse, poi, quando il banchetto lo abbiamo chiamato “point” e le bandiere si sono scolorite, nessuno si è fatto più inoculare da noi. Non abbiamo più inoculato nessuno”.
Continua Letta: “È capitato anche che, se pur vaccinati col Pd, tanti di noi, un gregge di pecoroni, siano passati a Italia Viva, una farmaceutica multinazionale con capitali arabi”.
È un Enrico Letta amaro quello che conclude: “Ero a Parigi, alla Sorbona e, umilmente, mi sono messo a disposizione qui, a Roma. Ma devo constatare che dobbiamo ancora fare dei passi avanti. Se il vaccino di AstraZeneca cambia nome, è pur sempre un nome al femminile. Ecco perché noi dobbiamo fare assolutamente un passo avanti, per lo meno, prima del prossimo richiamo alle elezioni. Suggerisco, democraticamente, femminilmente, il ‘Vaccino Debora”.
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