cronaca

L'Università di Genova firma la lettera d'intenti
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 Tutti in piazza per difendere l'ambiente. I giovani liguri dalla Spezia a Ventimiglia passando per Genova e Savona manifestano per il Terzo Sciopero Globale per il Clima. Studenti e insegnanti insieme per chiedere risposte concrete e immediate alle istituzioni. In Liguria dopo i primi due scioperi, sia la Regione che il Comune di Genova hanno dichiarato lo stato di emergenza climatica.


Un'altra piccola-grande conquista dei giovani attivisti è quella di essere riusciti a coinvolgere l'Università di Genova. Proprio in occasione della manifestazione, il rettore Comanducci ha firmato una lettera d'intenti attraverso cui l'ateneo si impegna a sostenere i giovani nell'ottica di un futuro sostenibile. "Siamo orgogliosi che l'università stia dalla parte dei suoi studenti e che abbia riconosciuto gli ideali e l'attivismo di noi ragazzi", si dice entusiasta Anna del collettivo studentesco Unigeco. "Vedo che in facoltà c'è molta sensibilizzazione su questo tema tanto che presto verranno installati dei distributori d'acqua e verranno date delle borracce per combattere l'utilizzo di plastica monouso".  Anche il sindaco di Genova Marco Bucci e l'assessore regionale alla Scuola Ilaria Cavo sono scesi in piazza per recepire le richieste che arrivano dagli studenti della Liguria in tema ambientale.

I CORTEI IN LIGURIA - A Genova il corteo è partito dalla stazione di Principe. I ragazzi hanno proseguito verso via Balbi 5 per incontrare il rettore, alle 10.30 il flash mob sotto le finestre di Palazzo Tursi. Il corteo è poi arrivato in piazza Matteotti, dove i ragazzi si raduneranno per un momento di ritrovo tra laboratori, musica e uno spuntino. Ma lo sciopero come detto coinvolge anche le altre città liguri. A Savona i ragazzi scendono in piazza nel pomeriggio per allontanare i dubbi di chi insinua che la loro manifestazione è fatta solo per 'saltare un giorno di scuola'. E così l'appuntamento è per le 16 in piazza Sisto IV. Alla Spezia il corteo di studenti è partito da piazza Saint Bon con una mobilitazione che attraversa il cuore della città. A Ventimiglia i giovani sono partiti da piazza Calvi per arrivare in piazza della Vittoria. Ma Friday for future è un evanto globale che coinvolge tutte le scuole della Liguria, da Taggia a Sanremo nessun istituto escluso nel Ponente così come nel Levante della Liguria e nel Tigullio.

IL MINISTRO FIORAMONTI - E come ad ogni sciopero, non mancano le polemiche sul fatto che gli studenti saltino la scuola, polemiche che si sono inasprite soprattutto dopo le dichiarazioni del ministro Fioramonti. "Il ministro nella sua circolare aveva rimandato la decisione alle singole scuole sul fatto di portare o meno la giustificazione dell'assenza", spiega Filippo del collettivo Studenti Genovesi. "Il Colombo, ad esempio, ha deciso che dovremo portare la giustificazione ma le ore poi non verranno contate come assenza a fine anno". A Savona, invece, per confutare ogni dubbio i ragazzi manifesteranno di pomeriggio, dalle 16 in poi. Sul fatto che alcuni partecipino soltanto per saltare scuola: "Succede dappertutto e in ogni manifestazione, ma credo che questa causa sia più sentita di altre, basti pensare che alcuni insegnanti saranno con noi in corteo".

LE MANIFESTAZIONI NEL RESTO D'ITALIA - Sono oltre 150 le città italiane in cui le piazze si animano per i Fridays for Future, con eventi organizzati dalla sezione italiana del movimento di Greta Thunberg. L'Italia ha aderito alla Settimana per il clima, mentre nella maggior parte degli altri Paesi le manifestazioni si sono svolte venerdì 20 settembre, da noi la mobilitazione chiude la settimana di sensibilizzazione ai problemi dell'ambiente.


I DATI COLDIRETTI - Negli ultimi vent'anni anni in Italia è sparita quasi una pianta da frutto su quattro fra mele, pere, pesche, arance, albicocche, con grave danno produttivo e ambientale. È quanto emerge dal rapporto Coldiretti. Il "frutteto italiano", secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat, ha visto un crollo netto del 23% in un ventennio. Il taglio maggiore ha interessato pesche e nettarine con la superficie quasi dimezzata (-38%), seguiti da uva da tavola (-35%), pere (-34%), limoni (-27%), arance (-23%), mele (-17%), clementine e mandarini (-3%). Il danno, sottolineano i coltivatori, non è solo economico e occupazionale ma colpisce pure l'ambiente perché con la scomparsa dei frutteti viene a mancare il ruolo di contrasto dell'inquinamento e del cambiamento climatico svolto dalle piante, capaci di ripulire l'aria da migliaia di chili di CO2 e polveri pm10. Ma non solo l'analisi Coldiretti affronta anche altri aspetti: due milioni di mucche, maiali, pecore e capre sono scomparsi dalle fattorie italiane negli ultimi dieci anni anche per effetto del riscaldamento globale che ha inaridito i pascoli, ridotto la disponibilità di foraggio, tagliato la produzione di latte e aumentato i costi per garantire il benessere degli animali in condizioni climatiche più difficili.