Cultura e spettacolo

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L'incontro nel Salone del Maggior Consiglio mercoledì 12 alle 21
1 minuto e 17 secondi di lettura
di Dario Vassallo
Vinicio Capossela (foto di Elettra Mallaby)

L’incontro prende le mosse dal titolo di uno dei capitoli più celebri di Moby Dick, in cui Melville scrive: “Era la bianchezza della balena che più di tutto mi sgomentava (…) forse per via della sua indefinitezza che simboleggia i terribili vuoti e le immensità dell’universo”. Parte da qui La bianchezza della balena. Un resoconto di viaggio nelle storie di marinai, profeti e balene, appuntamento che mercoledì 12 novembre alle 21 nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale vedrà protagonista Vinicio Capossela (“un capitolo specialissimo, quello del libro, – svela – che personalmente ha dato forma a tutti i miei incubi”) nell'ambito degli incontri collaterali alla mostra Moby Dick – La balena ospitata fino al 15 febbraio 2026 nell’Appartamento e nella Cappella Dogale.

Balene, creature dalla natura simbolica e ambivalente

Capossela già nel 2008, in occasione della Giornata del Libro, aveva tenuto un incontro al Ducale su questo tema. D'altronde, da secoli l’uomo è stato affascinato dalla balena e fin dall’antichità sono nati miti e leggende, credenze e racconti che ne hanno messo in luce la natura simbolica e ambivalente: da una parte un essere mostruoso in grado di inghiottire navi e portare distruzione, dall’altra una creatura benevola, regina dell’oceano: “Quelle di cui verrò a parlare mercoledì – svela Capossela – sono balene di carta, balene depositate sulle pagine. Le pagine del poema sacro di Melville, ma anche quelle di Michelet, del recente premio Nobel Krasznahorkai, di Collodi, dell’Ulisse di Dante, prefigurazione del capitano Achab, del Leviatano nel libro di Giobbe tradotto da Ceronetti, fino alla balena di stoffa di Claudia Losi”.

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