Cultura e spettacolo

Lo spettacolo in scena al Teatro Verdi di Sestri Ponente sabato e domenica prossimi
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A Genova, e non solo a Genova, a meno di non essere una vera e propria istituzione, andare avanti per un secolo è impossibile. E invece la Baistrocchi è a un passo dal tagliare questo traguardo. Se infatti era il 1912 quando Mario Baistrocchi fondò l’AGU (Associazione Goliardica Universitaria) per esprimere in maniera visibile e concreta lo spirito ribelle e ostinato che solitamente accompagna il periodo degli studi, fu Luca Ciurlo nel 1923 ad intitolare all’amico scomparso durante la Prima Guerra Mondiale la nuova creatura che aveva contribuito in maniera determinante a far nascere.

Da allora la ‘Bai’, come è diventata nel lessico familiare, rappresenta a suo modo non solo il gruppo più scatenato e scalcagnato che sia possibile vedere sui palcoscenici cittadini ma un vero e proprio simbolo di Genova, come la farinata, il pesto o addirittura la stessa Lanterna. Forse addirittura qualcosa di più, l’elemento esteriore che incarna l’anima più simpaticamente trasgressiva e dunque meno appariscente di una città che è considerata, per il resto, very british, sempre molto controllata e attenta alle emozioni ricreando invece ogni volta quel singolare mélange di satira e goliardia, parodia e travestitismo che vanno ben al di là di una semplice contingenza spettacolare per trasformarsi in patrimonio culturale di un’intera città. Piero Rossi che ne ha rappresentato l’anima per decenni la definiva, probabilmente a ragione, “la compagnia teatrale ufficialmente più vecchia d’Italia”. Senza contare che nel corso del tempo ne hanno fatto parte due senatori del Regno (Maccaggi e Maragliano), politici come Biondi e Cattanei, artisti del calibro di Fabrizio De André, Umberto Bindi (che ha firmato per alcuni anni le musiche degli spettacoli), Enzo Tortora e in tempi più recenti Ugo Dighero e Maurizio Crozza.

In questo fine settimana (sabato alle 21, domenica alle 16) la Baistrocchi è ancora protagonista al Teatro Verdi di Sestri Ponente con ‘Carramba che tampone’ che vuol rappresentare un doppio omaggio: a Raffaella Carrà in primis e poi al mitico Marco Oreste Biancalana che per anni l’ha interpretata negli spettacoli del gruppo. Non mancano ovviamente riferimenti a personaggi di grande attualità come - dato il titolo - il professor Bassetti e il Ministro della Salute Speranza. Nell’insieme uno show che si inserisce sulla linea simpaticamente fracassona di sempre per il consueto cabotaggio nel mondo del varietà, della rivista e soprattutto dell’avanspettacolo: né commedia musicale né musical vero e proprio ma una scatenata sarabanda di battute, scenette e canzoni prima di concludere – da tradizione immutabile nei decenni – con l’intero ‘corpo di ballo’ (chiamiamolo così) impegnato in uno scatenato can-can con guepière d’ordinanza. Magari da ripetere, se il pubblico lo vorrà, più e più volte, fino allo sfinimento delle povere ballerine. Anche questo – anzi, soprattutto questo - è Baistrocchi.