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Nel video le impressioni dei protagonisti
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di Dario Vassallo

CANNES - Applausi convinti ieri sera al Grand Auditorium Lumiere che ha ospitato la proiezione ufficiale dell'unico film italiano in concorso: 'Fuori' di Mario Martone con Valeria Golino, Matilda De Angelis ed Elodie. E' la terza volta (più una quarta come giurato) che il regista napoletano approda sulla Croisette, in questo caso con un film incentrato sulla figura di Goliarda Sapienza, scrittrice e attrice di origini catanesi, autrice del famoso 'L'arte della gioia' pubblicato postumo nel 1998, due anni dopo la sua morte, dal quale la stessa Golino ha tratto una serie Sky di grande successo. Il film di Martone, tuttavia, non è una biografia ma fotografa un momento ben preciso nella vita della donna, ambientato nel 1980 quando la scrittrice aveva trascorso un periodo in carcere per un gesto che aveva definito “folle e provocatorio”: il furto dei gioielli di un'amica durante una festa ai Parioli. Dopo quella esperienza per lei divenne importante il rapporto con due ex detenute più giovani, una con una dipendenza dalla droga, l'altra militante politica. Abbiamo raccolto le impressioni dei protagonisti raccolte in un incontro qui a Cannes, all'Italian Pavillon all'interno dell'hotel Majestic.

MARIO MARTONE: "Già cinque anni fa volevo fare un film su Goliarda Sapienza ma avevo saputo che proprio Valeria Golino aveva comprato i diritti de 'L'arte della gioia'. E' passato il tempo ed ero rimasto abbastanza fissato sull'idea che il film dovesse abbracciare alcuni anni, facendo anche vedere la società intellettuale del tempo. Finché a un certo punto Ippolita De Majo, che oltre ad essere una sceneggiatrice è anche mia moglie, ha cominciato a parlarmi di un soggetto diverso che stava scrivendo nei confronti del quale  continuavo ad opporre la mia ottusa rigidità maschile. Poi, non appena l'ho letto ho detto: questo è il film che voglio fare, mi sono sentito come liberato perché il soggetto non aveva più nulla di tutte le imposizioni da film biografico. Parlava di un'estate a Roma, dell'amicizia tra queste donne, del loro vagare, quindi un road movie. Goliarda Sapienza è una scrittrice realista nel senso che è molto specifica in quello che racconta, spesso parla di situazioni vere ma la cosa straordinaria è che da questo realismo poi scatena l'immaginazione. Quindi chiaramente realtà e immaginazione giocano una grande partita nella sua scrittura e ho voluto che diventasse una partita importante anche del film. Che poi è la partita più importante di noi esseri umani nel senso che come è accaduto a Goliarda dopo il carcere, nessuno si salva da solo, nessuno si salva senza l'immaginazione che è ciò che in qualche modo ti restituisce a te stesso. E' quello che è accaduto a lei".

VALERIA GOLINO: "Da tantissimo tempo non mi sentivo così guardata dentro come ha fatto Martone, è il modo in cui un attore vuol essere guardato ed è bellissimo avere lo sguardo del tuo regista attento, anche lui stupito, benevolo, magari qualche volta contrariato. Non sempre succede, qui per me è successo. Poi l'ho anche guardato guardare gli altri e penso che lo stesso sia successo non solo con le mie colleghe ma con tutte le persone che hanno fatto il film, a partire dalle ex detenute con cui abbiamo lavorato. Lui ti protegge, ti lascia libera, almeno finché la cosa sta prendendo una deriva che non gli piace allora ti riacciuffa e ti ributta dentro. Un'esperienza incredibile, la sensazione di amore che ha messo a disposizione tra di noi è stata molto importante e io da spettatrice la vedo nel film".

ELODIE: "Della Barbara che interpreto mi sono innamorata della dolcezza, dell'inconsapevolezza di quello che era. Voglio ringraziare Martone per avermi dato la possibilità, insieme ad Ippolita, di raccontare una storia importante. Perché i rapporti come quelli che hanno le tre protagoniste del film sono l'unica cosa che veramente hanno un senso, al di là di tutto quello che poi costruiamo sopra. Per me girare e guardare questo film è stato importante, in qualche modo io c'ero ma dentro di me dicevo 'io qui che c'entro?', mi sentivo un po' fuori dalla situazione. Ma è stato proprio bello poter assaporare l'amore per questo mestiere, la professionalità, tutto l'amore e l'attenzione per questo progetto, sono veramente orgogliosa di poter essere qui".

MATILDA DE ANGELIS: "Il mio personaggio, Roberta, è una persona che è realmente esistita e ha fatto parte della vita di Goliarda che se ne è innamorata per poi diventare un suo personaggio letterario. E' il motivo per cui la cosa che mi ha emozionato è stata l'idea di interpretarla attraverso i suoi occhi che si portavano dietro l'amore, la sensibilità, la dignità, il rispetto, la bellezza, la sensibilità e la dignità con cui lei la guardava. Lo stesso modo in cui mi hanno guardato anche Valeria Golino e prima ancora Mario e Ippolita: tanti occhi d'amore da me fortemente ricambiati. Ad oggi forse è il personaggio più bello che mi è stato regalato, il più forte che ho avuto la possibilità di interpretare".

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