Cultura e spettacolo

L'eterna commedia di Shakespeare tramutata in fiaba, tra l'eleganza elisabettiana e la musica moderna di Britten. Ecco "A Midsummer Night's Dream"
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GENOVA - Sul palco del Teatro Carlo Felice prende vita la commedia shakespeariana vestita da fiaba, in una lunga notte di illusioni, sogni e sonni che rendono questa prima di certo memorabile per costumi, scenografie e per la sua diffusione nei luoghi in cui la lirica non era mai stata. "A Midsummer Night's Dream", tra le opere più giovani del Novecento composta da Benjamin Britten, era una scommessa, scommessa che è stata ripagata da una platea gremita di spettatori, tra appassionati, cariche istituzionali, artisti e giovani delle scuole. Dal viceministro Edoardo Rixi al senatore Luca Pirondini e alla deputata Ilaria Cavo, tante le personalità presenti. A salutare la platea il sindaco Marco Bucci e il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. "Oggi non apriamo soltanto la grande stagione del Carlo Felice, ma con questa “prima diffusa” apriamo questo teatro, che è il teatro della Liguria, alla città, condividendo la professionalità dei suoi artisti e la qualità della sua offerta culturale anche al di fuori del suo prestigioso palco. Con questa prima diffusa affermiamo che la cultura è un diritto di tutti i liguri, in particolare delle persone che soffrono in ospedale, che patiscono la solitudine o che stanno scontando una pena carceraria". 

Genova da qualche anno a questa parte può contare su un avvio di stagione all'insegna dell'internazionalità: nel 2019 la prima assoluta in Italia di "Marco Polo", opera cinese dell'Opera House di Guangzhou, l'anno scorso era stata la volta di "Béatrice et Bénédict", opera in francese ma sempre d'ispirazione shakespeariana, dall'allestimento simbolista e ricco di messaggi da decifrare. Questa volta la coproduzione con la Royal Opera House di Muscat, che farà volare il cast in Oman a febbraio 2024, è un'elegante messa in scena di una delle opere di Shakespeare più rappresentate, con qualche variazione voluta dal compositore e dal compagno di vita, Peter Pears, che ne ha curato il libretto. 

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Protagonista dell'opera è Oberon, il re delle fate, l'eccezionale controtenore Christopher Ainslie - cosa decisamente inusuale da rendere un unicum questa scelta compositiva - e con lui è tutta la foresta popolata da fate ad essere al centro della narrazione. L'inizio è in medias res, Britten taglia del tutto il primo atto di Shakespeare. Siamo nel bosco, misterioso, dolce, pauroso, languido e festante al tempo stesso dove l'armonia delle fate viene rotta da una contesa. Oberon, infatti, è geloso della regina Titania, il soprano Sydney Mancasola, che ha preso con sé un piccolo paggio indiano: per questo motivo assieme al folletto Puck - strepitoso performer Matteo Anselmi - escogita un piano per sottrarglielo. Nel frattempo, tra gli alberi che vivono sulla scena, si muovono e sono parte integrante della storia, si animano le vicende di quattro innamorati ateniesi: Ermia e Lisandro, Demetrio ed Elena. Su di loro 'pioverà' lo stesso incantesimo sotto gli occhi di un Puck divertito dalle follie d'amore umane e non solo. Ma sempre in questo universo notturno, al chiaro di luna, in una notte che si allunga tra sogni e diversi pisolini, c'è anche un gruppo di artigiani ansiosi di esibirsi in uno spettacolo per i sovrani Teseo e Ippolita, che porti in scena le vicende di "Piramo e Tisbe". E nel secondo atto l'inserto del metateatro è forse uno dei pezzi meglio riusciti di un'opera capace di sorprendere, vaneggiare, sorridere e anche dormire. Altrimenti che sogno di una notte di mezza estate sarebbe?

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La partitura musicale, come ci aveva spiegato il maestro Donato Renzetti alla prova antepiano, è decisamente complessa, mischia diversi generi ed è moderna, in alcuni punti quasi un carillon che accompagna il dormiveglia dei personaggi. Lo humor - così come la lingua - è quello inglese e non mancano i giochi di parole, in una recitazione che mescola parlato e parti cantate. E i tre atti, divisi da un solo intervallo, raggiungono quasi le tre ore di spettacolo. Come succede sempre in questi casi, il pubblico si divide tra chi se n'è innamorato perdutamente, rapito dai costumi dai fasti elisabettiani di Gary McCann e dall'elegante e attenta regia di Laurence Dale, e tra chi è più affezionato alla tradizione. Ma il successo di uno spettacolo sta anche nel far parlare di sé durante l'intermezzo e dopo. E poi Genova ha bisogno di novità in cartellone, oltre a offrire spettacoli adatti anche ad un pubblico internazionale come internazionale è il turismo che si sta sempre più consolidando. 

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Ma l'immagine più bella è quella degli anziani delle rsa e dei pazienti in chemioterapia che durante il giorno hanno potuto vedere l'opera, grazie a Primocanale Production. Un vero e proprio regalo in un progetto culturale che mira a portare il teatro sul territorio a tutti. E lo stesso è avvenuto in carcere, dove il sovrintendente Claudio Orazi, il regista e il direttore artistico Pierangelo Conte hanno incontrato i detenuti in precedenza per spiegare meglio quello che avrebbero visto. Ecco, più della platea piena, è il sorriso di anziani e non solo che ha testimoniato il successo di questa prima

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