’40 fingers': 40 dita scatenate che utilizzando la tecnica del ‘fingerpicking’ (pizzicare cioè le corde della chitarra senza l’uso di strumenti intermedi come il plettro, direttamente con le dita) sono diventati una rivelazione internazionale del crossover facendosi conoscere e apprezzare in tutto il mondo con le loro rivisitazioni e riarrangiamenti per quattro chitarre acustiche di celebri brani rock, pop, colonne sonore del cinema e delle serie tv, da ‘Sultans of Swing’ dei Dire Straits e ‘Hotel California’ degli Eagles, passando per il pop di ‘Africa’ dei Toto e ‘Tears in Heaven’ di Eric Clapton, fino ad arrivare a 'Star Wars', 'Harry Potter' e 'Game of Thrones'. Un fenomeno nato in rete con più di 50 milioni di visualizzazioni sui loro canali ufficiali facendo il giro del mondo fino a conquistare perfino i ‘Queen’ che hanno condiviso la loro versione di “Bohemian Rhapsody” sul proprio sito.
Un risultato davvero unico frutto di un’accattivante coralità melodica ma anche curioso perché nato dall’unione di quattro musicisti – Matteo Brenci, Emanuele Grafitti, Enrico Milanesi e Andrea Vittori – ciascuno proveniente da una differente esperienza musicale che uniti insieme hanno dato vita a nuovi universi sonori. Uno dei rari casi insomma in cui la somma degli addendi è andata bel al di là del totale previsto. Ieri i ’40 fingers’ sono stati protagonisti di un concerto che ha affascinato il pubblico del Teatro Sociale di Camogli grazie alla capacità interpretativa e all’originalità degli arrangiamenti che permette di esprimere tutto il loro talento attraverso uno spettacolo iniziato con 'Libertango' e concluso dalla celeberrima 'Hey Jude' dei Beatles. Nel mezzo Mozart, 'Mamma mia', 'Per Elisa' e molto altro ancora.
"Di solito cerchiamo di avere una scaletta più rock possibile - dicono - , perché il pubblico si aspetta qualcosa di molto delicato e leggero. In realtà durante le serate vediamo anche qual è il riscontro su ogni brano e cerchiamo di scegliere quelli che live risultano più efficaci". Certo che di strada ne hanno fatta, questi quattro ragazzi, da quando hanno deciso di iniziare un'avventura dalle molte incognite: "E' un successo che non ci aspettavamo perché di solito la musica strumentale è associata a contesti molto soft. Invece abbiamo avuto un riscontro davvero piacevole, forse anche dato da questa commistione di generi diversi che cerchiamo di mantenere sempre come forza dei nostri arrangiamenti. Il motivo, probabilmente, è che per quanto questo tipo di musica sia appunto un po' di nicchia in realtà non ha barriere linguistiche e quindi può essere apprezzata da chiunque. In effetti ci stiamo rendendo conto che può arrivare veramente dappertutto, anche all'estero, con la stessa forza con cui arriva qui in Italia".
Certamente è arrivata agli spettatori di un Teatro Sociale gremito che alla fine ha tributato al quartetto una vera e propria ovazione con la soddisfazione del direttore Giuseppe Acquaviva che si prepara ad un nuovo importante appuntamento con la danza classica, una straordinaria serata di danza con la direzione artistica del genovese Jacopo Bellussi, etoile dell'Hamburg Ballet, che porterà sul palco - in emozionanti 'pas de deux' - ballerini del Royal Danish Ballet, del Bejart Ballet Lausanne, del Les Ballets de Montecarlo e dello Stüttgart Ballet: "Siamo molto contenti che la scelta sia ricaduta su questo teatro. Bellussi non appena l'ha visto se ne è subito innamorato. So che ci sarà anche il grande coreografo John Neumeier e questo per noi è motivo di grande orgoglio".
IL COMMENTO
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