Cronaca

Nessun precedente penale che avrebbe fatto scattare l'allarme a parte una guida in stato di ebbrezza risalente a dicembre 2020. L'uomo non era nei radar delle forze dell'ordine
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GENOVA-È prevista nelle prossime ore l'autopsia di Alice Scagni, uccisa con almeno 20 coltellate, 17 alla schiena e tre all'addome, sotto casa sua in via Fabrizi, a Quinto, dopo l'ennesima lite con il fratello. Nelle ultime settimane Alberto Scagni, 42 anni, pretendeva che la sorella Alice, 35 anni, gli desse di continuo soldi e quando si è accorto che non li avrebbe più avuti ha perso la testa: l'ha attesa sotto casa all'ora in cui lei andava a portare il cane fuori e l'ha colpita con un coltello.

Alice uccisa dal fratello perché non gli dava più soldi: ipotesi premeditazione-LE INDAGINI

Una giovane mamma con un bambino di solo un anno e quattro mesi che non c'è più. Uccisa da chi avrebbe dovuta proteggerla, la persona con cui è cresciuta: suo fratello. La tragedia, avvenuta verso le 21 il primo maggio, rimane al vaglio delle forze dell'ordine. La procura di Genova sta infatti valutando l'ipotesi che si tratti di un omicidio premeditato da parte di Scagni, che al momento dell'arresto era stato trovato con ancora il coltello ed i vestiti sporchi di sangue. I vicini, ascoltati dagli investigatori della squadra mobile, hanno raccontato di aver sentito fratello e sorella litigare animatamente per strada.

Nessun precedente penale che avrebbe fatto scattare l'allarme a parte una guida in stato di ebbrezza risalente a dicembre 2020. La sua fedina penale era pulita, non c'era nessuna segnalazione in procura per reati come stalking, minacce o altro che avrebbero potuto far attivare il Codice rosso, la legge che tutela le vittime di violenza domestica e di genere e che avrebbe fatto partire un iter per proteggere la donna. Alberto Scagni, però, non esisteva nel radar delle forze dell'ordine e neanche in quelli dei servizi alla salute mentale.

Tra chi conosceva l'uomo gli abitanti di via Balbi Piovera, zona vicino all'ospedale Villa Scassi in cui il 42enne viveva da solo in un appartamento all'interno 27. Poco distante la casa della nonna,.anche lei valvola di sfogo della sua escalation di rabbia delle ultime settimane: diversi vicini di casa, intervistati da Primocanale, hanno raccontato di un tentativo, da parte di Scagni, incendiare il portone della anziana signora (LEGGI QUI). Non solo quello: tanti i problemi nati nell'ultimo periodo tra gli appartamenti della palazzina a causa di Alberto tra chi racconta di urla e botte sulle porte, stuzzicadenti nei citofoni per farli suonare per ore e appartamenti chiusi dall'esterno con catena e lucchetto. Abitare vicino all'uomo era ormai un incubo.

 

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