Cronaca

Perquisizione da parte della guardia di finanza negli uffici di via Balbi
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GENOVA - Caos negli uffici dell'università di Genova, dove questa mattina il nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Genova ha effettuato alcune perquisizioni e acquisizioni nei confronti di sette docenti dell'ateneo, emesse dalla procura di Genova.

L'indagine della Guardia di finanza era scattata sul finire del 2020 dopo che il Tar aveva annullato, su ricorso di una candidata esclusa, un concorso da ricercatore che era stato vinto dal figlio dei uno dei docenti oggi indagati e aveva trasmesso come da prassi le carte alla Procura.

Per sei dei docenti indagati il sostituto procuratore Francesco Cardona ha chiesto e ottenuto l'interdittiva dai pubblici uffici. Secondo gli investigatori in alcuni dei concorsi contestati sono stati esclusi dall'ammissione ai colloqui candidati che pur ne avevano i requisiti. In più di una occasione gli indagati avrebbero violato regolamenti d'Ateneo e il segreto d'ufficio per scoprire in anticipo i nomi e i curricula dei partecipanti ai bandi prima della riunione della commissione. In alcuni casi ancora sarebbero stati simulati, con un accesso abusivo al sistema informatico dell'Università, i criteri di attribuzione dei punteggi modificando i punteggi per i titoli preferenziali in modo che il candidato prescelto ottenesse per forza quello più alto. I reati contestati ai docenti sono a vario titolo turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, traffico di influenze illecite e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, in relazione allo svolgimento di selezioni pubbliche per l'assegnazione di docenze e di assegni di ricerca in almeno una decina di concorsi pubblici tra l'inizio del 2020 e la fine del 2021.

Secondo il pm, uno dei docenti indagati avrebbe ottenuto il posto da professore associato grazie a diversi stratagemmi posti in essere insieme a colleghi 'amici'. Tra questi il posticipo del bando stesso per consentire all'avvocato di conseguire un'abilitazione che non aveva ancora ed era indispensabile per il concorso e, ancora, il 'privilegio' di conoscere in anticipo dei membri della commissione del concorso.



A proposito dell'inchiesta è intervenuto il rettore dell'università genovese Federico Delfino: "Prendo atto dei decreti e degli ordini di esibizione atti emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova e desidero, innanzitutto, sottolineare che la giustizia va rispettata e deve fare il suo corso. Se saranno accertate mancanze o responsabilità, l'Università di Genova adotterà i provvedimenti conseguenti".