Immagine realizzata con l'ai"Hanno alzato la voce" e "hanno letto una chat lasciata aperta su WhatsApp Web". Con queste due contestazioni la Croce Rossa Italiana - Comitato di Genova ha licenziato in tronco, lo scorso aprile, due dipendenti amministrativi. Ora quei licenziamenti finiscono davanti al Tribunale del Lavoro e diventano il fulcro di una vicenda che mescola diritto del lavoro, presunte irregolarità gestionali e un esposto penale depositato alla Guardia di Finanza.
I fatti risalgono a marzo 2025. Durante una riunione in sede tra la presidente del Comitato, i due dipendenti (un uomo di circa 50 anni e un ragazzo di 25), sollevano apertamente una serie di criticità relative alla gestione del lavoro. Una discussione nella quale i due avrebbero "alzato i toni" e si sarebbero rivolti alla presidente in modo "poco rispettoso".
Scatta la prima contestazione
Quindici giorni dopo, quando i due dipendenti avevano appena chiuso alcune importanti scadenze contabili e amministrative, arriva la lettera di contestazione disciplinare. Due i capi d’accusa principali: comportamento irrispettoso durante la riunione; accesso abusivo al sistema informatico per aver letto, su un pc aziendale lasciato incustodito, una sessione WhatsApp Web aperta da un collaboratore esterno. Proprio nella chat la presidente commentava negativamente uno dei due dipendenti.
Malore sul lavoro dopo la scoperta della chat
Secondo la difesa, la lettura di quei messaggi provoca al dipendente coinvolto un malore: attacco di panico, richiesta di uscire per andare dal medico. Il ragazzo viene sostenuto dal collega che lo sostiene ed entrambi restano in servizio. Poi si tiene un incontro chiarificatore con la presidente che sembra chiudere la vicenda. Invece, come detto, dopo quindici giorni di lavoro regolare durante i quali i due portano a termine tutti i rendiconti del trimestre, arriva il licenziamento per giusta causa.
Al tribunale del Lavoro parte la battaglia: "Licenziamento ritorsivo"
Il tentativo di conciliazione davanti al giudice del lavoro fallisce. I due dipendenti, assistiti dall’avvocata Paola Pepe, impugnano immediatamente il provvedimento definendolo "manifestamente ritorsivo". Nel ricorso si sostiene che l’accesso alla chat è avvenuto su un computer lasciato aperto e incustodito da terzi, senza alcuna forzatura di password o sistemi di protezione; la contestazione sui "toni non educati" è del tutto sproporzionata e priva di riscontri oggettivi; il confronto era rimasto nei limiti della dialettica sindacale; i tempi del licenziamento, configura una chiara ritorsione.
L'esposto dei dipendenti alla guardia di finanza
Parallelamente, i due ex dipendenti presentano un articolato esposto alla Guardia di Finanza nel quale segnalano una serie di ipotesi di reato in ambito economico e gestionale. Le indagini sono in corso presso la Procura della Repubblica di Genova. La causa è ora in riserva per stabilire quali e quanti testimoni devono essere sentiti.
Primocanale ha contattato l'avvocato della Croce Rossa comitato di Genova e resta a disposizione per pubblicare eventuale replica.
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