Cronaca

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A interrompere la violenza l'irruzione in cella di due poliziotti, che hanno strappato dalla stretta mortale del giovane il detenuto, già cianotico e privo di sensi
1 minuto e 35 secondi di lettura
di Au. B.

Ha cercato di strangolare il proprio compagno di cella, interrotto solo da un poliziotto penitenziario che è entrato salvando la vita al detenuto. È successo nella giornata di lunedì nel carcere di Marassi, a Genova, protagonisti un giovane di 25 anni ristretto nel reparto sesta sezione che ha tentato di uccidere il compagno, di 45 anni. A interrompere la violenza l'irruzione in cella di due poliziotti, che hanno strappato dalla stretta mortale del giovane il detenuto, già cianotico e privo di sensi.

La denuncia del sindacato: "Poliziotti si sacrificano ogni giorno nonostante la carenza di organico"

"Possiamo affermare che il previdenziale intervento della polizia penitenziaria ha evitato una morte certa, l’ennesima tragedia - dice Fabio Pagani, segretario regionale della Uil Polizia Penitenziaria -. Ciò, peraltro, nonostante il sacrificio sovrumano a cui gli appartenenti alla polizia penitenziaria si sottopongono ogni giorno, in sott’organico di 18mila unità e in carceri sovraffollate con oltre 16mila detenuti oltre i posti disponibili, vedendosi comprimere anche diritti di rango costituzionale per tentare di non far sprofondare l’intero sistema e garantendo, per quanto possibile, almeno una speranza di sicurezza e umanità contro ogni speranza".

"L'esecutivo deve prendere compiutamente atto dell’emergenza senza precedenti"

"Come se non bastasse, le direttive capestro sull’affettività in carcere, diramate senza alcun preventivo confronto con le Organizzazioni Sindacali e che non fanno i conti con gli organici, le situazioni architettoniche, logistiche, sanitarie e organizzative degli istituti saranno foriere di molteplici, ulteriori problematiche e tensioni. Lo ripetiamo, l’Esecutivo deve prendere compiutamente atto dell’emergenza senza precedenti in essere e varare immediate misure per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria e assicurare l’assistenza sanitaria. Parallelamente, va aperto un confronto serrato per l’avvio di riforme di complessive”, conclude Pagani. 

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