Cronaca

Il gup Faggioni decide su responsabili e parti civili con la grande anomalia del Ministero delle Infrastrutture presente in due ruoli contrapposti
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GENOVA - Riprende oggi 24 novembre nella tensostruttura del tribunale di Genova l'udienza preliminare del processo ai 59 indagati per il crollo di Ponte Morandi che il 14 agosto del 2018 ha provocato la morte di 43 persone: nell'udienza odierna il gup Paola Faggioni dovrà decidere come sfoltire la lunga lista delle circa 500 parti civili tra cui la presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Liguria e il Comune di Genova che si sono presentati per chiedere i danni, ma dovrà anche citare in giudizio le società di cui sono dipendenti gli indagati chiamate ad indennizzare i danneggiati dalla tragedia: da Aspi, a Spea, da Anas al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Salta agli occhi la grande anomalia che il Consiglio dei Ministri e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si sono presentati come parti civili e nello stesso il Ministero sarà citato come responsabile civile.

Gli avvocati dei responsabili civili avranno eventualmente minimo dieci giorni di tempo per valutare come fare ingresso nel processo.

Nelle prossime udienze, si spera almeno un paio a dicembre prima della pausa delle festività natalizie, ci sarà spazio per le eccezioni delle difese che potrebbero presentare eventuali problemi di notifiche degli atti o anche questioni legate agli incidenti probatori.

Solo allora si spera in tempi brevi il processo per la tragedia di Ponte Morandi entrerà nel vivo con la valutazione e le contestazioni prima generali e poi individuali da parte dei pubblici ministeri titolari delle indagini Massimo Terrile e Walter Cotugno nei confronti di ognuno dei 59 imputati che potranno essere rinviati a giudizio o anche accedere a riti alternativi.